Yoel Romero dopo aver schiantato a UFC 221 l’ex campione Strikeforce e UFC, cementa ancor di più il suo status di contender #1 della categoria dei pesi medi
“Respect to Yoel Romero, that man is made of steel!” – “Rispetto per Yoel Romero, quell’uomo è fatto d’acciaio!” – Sono queste le parole usate da Luke Rockhold per omaggiare la vittoria del suo avversario di sabato scorso a Perth! Il wrestler cubano a seguito di questo successo via TKO al terzo round, offuscando la stella di Rockhold, si conferma il contendente #1 delle 185 libbre UFC.
Yoel Romero Palacio (13-2) nato a Pinar del Rio (Cuba), il 3 aprile 1977 è alto 183 cm, mancino, ha avuto altri nickname primo del suo celeberrimo “Soldier of God” ossia “Ogùn” e “The Cuban Missile”, ma da sabato lo si potrebbe chiamare tranquillamente “Man of Steel”.
Campione del mondo e panamericano di Freestyle Wrestling, ha vinto la medaglia d’argento olimpica a Sydney 2000 negli 85 kg, tra gli svariati lottatori passati alle MMA (per lo più collegiali) è, assieme a Henry Cejudo, al suo connazionale Alexis Vila, ai Greco-Roman wrestlers Matt Lindland, Damian Janikowski, Katsuhiko Nakata, Sara McMann e Randi Miller (a rappresentare la lotta femminile) uno dei pochi partecipanti (poi passati alle Mixed Martial Arts) ad aver vinto una medaglia a Cinque Cerchi! Fratello del pugile Yoan Pablo Hernandez, si è formato come cagefighter in molte parti del mondo, membro del ATT, il suo head coach è una leggenda del Taekwondo e del Karate cubano ovvero Pedro Lav (High Point Taekwondo), il quale gli ha consentito di sviluppare atletismo e varietà nello striking!
Il suo esordio nelle MMA avviene a 32 anni suonati (20 dicembre 2009) contro Sascha Weinpolter (vittoria per KO al primo round), approda in UFC nel 2013 con uno score di 4-1 compilato nei massimi-leggeri (l’unica sconfitta contro Rafael Cavalcante per KO a Strikeforce), sarà nella promotion numero uno al mondo che scoprirà che la sua classe di peso ideale sono i pesi medi – 84 kg. Affrontando solo avversari di rilievo inizia la propria scalata: Clifford Starks (KO al primo round), Ronny Markes e Derek Brunson via KO al terzo round, Brad Tavares (match che lo lancia al grande pubblico) per decisione unanime, la contestatissima (non solo per colpa sua) vittoria su Tim Kennedy per KO al terzo round, seguita da quella su Lyoto Machida con la stessa modalità, precedono la split decision (con conseguente sospensione da parte dell’USADA per violazione dei protocolli anti-doping) contro Ronaldo “Jacarè “Souza.
Risolta la questione sospensione con una legittima riduzione, torna 11 mesi dopo (12 novembre 2016, nella storica card di New York al MSG) abbatte sempre al terzo round l’idolo di casa e former anche lui dei pesi medi Chris Weidman. Dopo gli insulti a distanza con Michael Bisping (allora campione in carica) a seguito dell’infortunio patito dal britannico, “allegato” però all’ufficializzazione del match tra l’inglese e GSP, si confronta con Robert Whittaker (il nuovo campione di categoria) per il titolo ad interim, uscendone sconfitto per decisione unanime. Sostituisce lo sfortunato iridato proprio nel match di sabato 11 febbraio, mancando il peso, fallimento che gli impedisce di conquistare l’agognata cintura.
Oggi grazie alla strepitosa vittoria su Rockhold, ottenuta con una gamba fuori uso, Yoel è ancora il contendente #1 in linea diretta per la title shot, salvo clamorose sorprese i due più forti middleweight al mondo si affronteranno in un’attesissima rivincita, ma questa, potrebbe essere l’ultima occasione di vincere la corona delle 185 libbre per “L’uomo d’acciaio”!