E’ innegabile che negli ultimi mesi l’attenzione degli appassionati italiani di MMA sia concentrata principalmente su una promotion giovane ed innovativa, che in poco tempo ha fissato nuovi standard qualitativi nell’organizzazione di eventi di Arti Marziali Miste nel nostro paese: il Venator Fighting Championship (guarda la scheda dell’organizzazione).
Abbiamo così deciso di fare alcune domande al presidente della compagnia Frank Merenda, per capire meglio cosa è Venator FC, come è nato, quali sono i suoi obiettivi ed altre interessanti curiosità…
Ciao Frank e benvenuto sulle nostre pagine. Prima di entrare nello specifico di Venator FC, vuoi spiegarci brevemente chi sei, cosa fai nella vita e come ti sei avvicinato alle MMA?
Ciao Marco, grazie per il benvenuto e per lo spazio sulle pagine di MMA Mania.it.
Sono un imprenditore seriale o in maniera più comprensibile un imprenditore con aziende e interessi in ambiti diversi. Senza tediarti con il mio noioso curriculum professionale, sono “noto” come il maggior esperto italiano in ambito vendita professionale e tra i miei interessi vi sono le MMA.
Mi sono avvicinato alle MMA nel lontano 1996, quando ancora circolavano le prime VHS pirata di UFC e i nomi utilizzati erano ancora Valetudo, No Holds Barred e Free Fight.
Sono stato una delle primissime persone ad appassionarsi in Italia a discipline come il BJJ e le MMA appunto.
Ricordo ancora con affetto il mio primo viaggio in Brasile a Rio de Janeiro dove conobbi Alessio Sakara (guarda la scheda dell’atleta), che nonostante i tanti impegni per la sua preparazione ebbe modo e molta gentilezza nel darmi le prime dritte sulla città, le palestre e il “way of life” del lottatore di MMA.
Rimasi molto colpito e affascinato dalla forza di volontà di questo ragazzo che aveva lasciato l’Italia per inseguire un sogno che probabilmente nessuno vedeva tranne lui.
Poi i miei impegni professionali e i lunghi viaggi e spostamenti continui per business mi hanno impedito di proseguire con la pratica e sono rimasto una semplice persona innamorata della disciplina.
Quando ho reputato che fosse arrivato il momento giusto, ho deciso di provare a restituire al mondo delle MMA un po’ di quella passione e di quelle belle sensazioni che mi ha regalato nel corso di questi lunghi anni da amante platonico.
Le MMA hanno ormai un discreto bacino di utenza anche in Italia, ma nessun imprenditore aveva mai puntato seriamente su questo sport nel nostro paese. Cosa ti ha convinto a dar vita a un progetto ambizioso quanto rischioso come quello del Venator FC? Quale pensi possa essere il tuo valore aggiunto in questo settore?
Venator come ho anticipato, nasce dalla voglia di “dare indietro” un qualcosa a un mondo che a suo modo mi ha influenzato e dato tanto nel corso degli anni.
Qualunque cosa dica sul mio valore aggiunto temo possa essere frainteso ma in generale una persona con visione e qualità imprenditoriali e che non ragiona da insider puro è sempre un valore aggiunto in ogni ambito.
Per le MMA vale la stessa cosa. Lorenzo Fertitta che ha creato de facto il moderno UFC gestiva casinò, non era un coach di MMA. Qualcosa di buono mi pare abbia fatto.
A chi ti chiede cosa è il Venator FC cosa rispondi? Un reality, un campionato sportivo trasmesso in TV o cosa?
Venator è un campionato sportivo di MMA che ha come scopo quello di far conoscere realmente la disciplina in Italia e avvicinare il pubblico agli atleti italiani di valore e livello.
Per questo è stato creato parallelamente il programma sportivo “Guerrieri Italiani”, affinché lo spettatore “comune”, cioè non un frequentante hardcore di palestra di MMA o l’amico dell’amico, si appassionassero alla nostra disciplina.
Inoltre é importante dare ai lottatori spazio affinché la bellezza delle loro storie, il loro esempio siano da contraltare alla disinformazione modello “sport sanguinario e violento fatto da maniaci” che ne danno i media mainstream.
Alessio Sakara (guarda la scheda dell’atleta) ha svolto un grandissimo ruolo nello “sdoganare” l’atleta di MMA in televisione, ma è il momento che la sua strada e il suo esempio vengano seguiti anche da altre nuove leve anche se ancora non al suo livello.
I ragazzi hanno bisogno di esempi puliti, e i lottatori di MMA in molti casi sono un esempio di disciplina, rigore, coraggio, lealtà e carattere.
Quali sono i punti di forza di Venator FC e quali le cose da migliorare? Cos’ha il Venator FC che le altre promotions non hanno?
Venator è completamente focalizzato sul benessere degli atleti e con questo punto fermo abbiamo costruito il tutto.
Da chiamare ad arbitrare per la loro tutela un professionista di fama mondiale come Marc Goddard, ai bendaggi professionali curati da Catizzone, alla struttura che li ha sempre ospitati dotata di ogni comfort, alle borse, i premi, un montepremi ricchissimo fino alla visibilità mediatica su una rete nazionale in prima serata.
Non ho mai partecipato dal vivo ad oggi nemmeno come spettatore ad altre promotion italiane ma spero di poterlo fare presto visto che mi sono buttato nell’ambiente. Ci sono realtà sicuramente molto interessanti con le quali mi piacerebbe stringere collaborazioni nel prossimo futuro.
Spesso si sente dire che il panorama italiano delle MMA è ricco di individualità poco disposte a collaborare. In questi primi mesi di Venator FC ti senti di confermare tutto questo o hai trovato un ambiente meno ostile di quanto si potesse pensare?
A tal proposito, come giudichi le numerose defezioni subìte nelle selezioni per il torneo? Mi vengono in mente nomi come Marco Santi (guarda la scheda dell’atleta), Alessio Di Chirico (guarda la scheda dell’atleta) e Davide Caruso (guarda la scheda dell’atleta) tra i più conosciuti insieme ad altri dichiaratisi poi infortunati.
Sono molto poco a conoscenza di ciò che l’ambiente italiano ha creato negli anni scorsi, se non per informazioni frammentarie e per sentito dire.
Con ciò detto, c’è una realtà ed è che con la fuoriuscita di Alessio Sakara (guarda la scheda dell’atleta) da UFC, l’Italia è uscita fuori dal panorama mondiale delle MMA che contano.
Facendo gli auguri di pronta guarigione ad Alessio, noi ci stiamo impegnando affinché non sia il solo a dover portare l’onere della bandiera italiana nel mondo.
Per quanto riguarda gli atleti e i team che hanno partecipato e stanno partecipando a Venator ho avuto modo di incontrare persone estremamente corrette, rispettose e con tanta voglia di fare bene per le MMA. Con moltissimi di loro è nato un rapporto di stima e di amicizia.
Non ho seguito personalmente le selezioni iniziali, perché il “tecnico” del progetto è Alex Dandi, molto più esperto di me su tutti questi aspetti.
Con Marco Santi c’è un rapporto molto cordiale di stima e ho avuto modo di averlo come ospite a Venator. Purtroppo per una serie di motivi in questa edizione non siamo riusciti a confermare la sua partecipazione attiva ma conto di averlo dei nostri in futuro.
Per gli altri atleti che citi penso siano scelte dei loro team di riferimento nelle quali non entro nel merito.
Ci tengo solo a precisare che ho offerto match a tutti a condizioni molto favorevoli e “avanti” per ciò che siamo abituati ad avere in Italia, quindi chi non vedete a Venator non è che non sia stato invitato ma ha deciso lecitamente di dedicare altrove le proprie attenzioni.
Non ho nessuna vena polemica in quanto affermo. Siamo arrivati da poco e sicuramente ci sono persone che avevano già “pensato” al loro cammino o alla loro “strategia” per crearsi un nome o visibilità. Venator è comparso scompigliando forse qualche piano e qualcuno invece ha semplicemente preferito attenersi alla strategia precedentemente pensata. Tutto qui.
Ora che hai avuto modo di toccare con mano il livello di alcuni dei prospetti italiani più interessanti, come valuti il livello dei nostri? Credi ci sia qualcuno in grado di fare il vero salto di qualità o è ancora presto per dirlo?
Il problema delle MMA italiane non sono i talenti. Quelli, come Venator sta dimostrando, non mancano.
Mancano le risorse per potersi dedicare in maniera significativa a una vita da pro o almeno da semi-pro a questo sport.
Mancano gli sparring di livello e mancano le occasioni di confrontarsi ad alti livelli.
Venator ha promosso sin da subito lo scambio in termini di allenamenti e sparring tra i partecipanti, nonostante fossero avversari sul ring.
Sono nate belle amicizie e collaborazioni e questo è un primo passo avanti per innalzare il livello velocemente.
Poi ci siamo focalizzati nell’offrire un palcoscenico importante, visibilità ai team e ai coach e non da ultimo borse e montepremi che non si erano mai viste in Italia.
Non siamo il centro del mondo e non siamo bravi solo noi, ma qualcosa stiamo facendo che prima non si era mai visto e solo una persona completamente in malafede potrebbe non riconoscerlo.
Il match che ti è piaciuto di più tra quelli finora disputati in Venator FC.
A livello personale gli incontri che mi hanno emozionato sono davvero tanti. Se mi costringi a dirne uno solo devo dire Scatizzi (guarda la scheda dell’atleta) vs D’Onofrio (guarda la scheda dell’atleta).
Un solo aggettivo per ognuno dei 6 finalisti dei tornei…
Ouadia Tergui (guarda la scheda dell’atleta)
Esemplare
Danyel Pilò (guarda la scheda dell’atleta)
Completo
Marvin Vettori (guarda la scheda dell’atleta)
Professionista
Daniele Scatizzi (guarda la scheda dell’atleta)
Talento
Mattia Schiavolin (guarda la scheda dell’atleta)
Promessa
Alessandro Botti (guarda la scheda dell’atleta)
Divertente
In generale voglio dire ai ragazzi che per me sono 6 campioni, a prescindere dai 3 ai quali darò la cintura il 30 Maggio.
Masakazu Imanari vs. Cristian Binda (guarda la scheda dell’atleta) è sicuramente un match affascinante. Come siete arrivati a scegliere questi due atleti per il main event della serata?
Imanari è un combattente estremamente spettacolare e seppur non sia probabilmente più nel suo “prime” è capace di regalare emozioni e spettacolo. Ci è sembrata una scelta giusta volendo per motivi di “cortesia” evitare di prendere ex UFC magari decisamente più noiosi.
Cristian è la scelta logica per un incontro del genere. Italiano, mani pesanti. La classica sfida Grappler vs Striker. Sono certo che appassionerà tutti.
Il contratto stipulato con Fox Sports Italia ha regalato sicuramente grande visibilità al Venator FC e anche sul web vi siete mossi molto bene. Il prossimo 30 Maggio si svolgerà l’evento finale all’interno della Unipol Arena di Casalecchio di Reno (Bologna), una struttura in grado di ospitare fino a 15.000 persone: credi che quanto di buono fatto nella promozione dell’evento riuscirà a giustificare la scelta di una struttura così grande oppure si è trattato principalmente di un esperimento?
Marco, sono un imprenditore, magari a tratti anche visionario ma non sono uno sciroccato. La scelta di Unipol Arena è stata dettata da esigenze televisive e di immagine.
Se si desidera presentarsi a una festa, e in questo caso ci stiamo presentando con la bandiera italiana al mondo delle MMA e la stampa straniera ci sta addosso, bisogna andare “vestiti a festa”.
Unipol è una cornice prestigiosa che ha questo compito. Non abbiamo mai avuto in mente di riempirla tutta. Unipol Arena è modulare per eventi di diversa portata e noi sin dall’inizio abbiamo scelto la configurazione a 3000 posti, ben consci che in Italia eventi sopra le 2000 persone siano eccezioni una tantum.
Magari un giorno spero non troppo remoto, riusciremo a organizzare un’edizione di Venator che la riempia tutta, chissà.
Quali sono i progetti e le ambizioni di Venator FC? Avete già in mente di fare una seconda stagione o molto dipenderà dalle somme tirate dopo la conclusione della prima?
I dati di ascolto di Venator FC sono spaventosamente buoni. Basti pensare che siamo assolutamente in linea con gli ascolti di UFC e siamo sulla stessa rete.
Se non fosse andato bene, ci avrebbero segato o spostato senza colpo ferire, invece ci hanno chiesto di “allungare” lo show fino al numero di puntate che puoi vedere oggi dalle 5 iniziali che erano previste.
In termini di promozione, dobbiamo sicuramente pensare a questa edizione e poi al futuro.
Lo scopo come detto è quello di portare le MMA fuori dalla cerchia ristretta dei praticanti e dei loro amici e parenti.
Ma è un progetto a medio termine. Spostare l’appassionato occasionale o televisivo e renderlo spettatore pagante è qualcosa che non si ottiene dalla sera alla mattina.
Basti pensare che Fertitta rilevò UFC e ebbe bilanci in perdita per otto anni prima di cominciare a rivedere la luce. Questo perché creare un’abitudine richiede tempo, così come cambiarla.
Ora testiamo questo primo giro di giostra e poi vediamo come progettare il futuro partendo da quella base.
Come detto in precedenza, il 30 Maggio si svolgerà l’evento finale del Venator FC. Cosa dovranno aspettarsi gli appassionati che decideranno di venire a seguire la serata dal vivo? Rivolgiti direttamente a loro e spiegagli perché non dovrebbero mancare.
Venator è un momento fondamentale nella storia delle MMA italiane.
Avrete modo di vedere incontri tra fighter realmente di livello, con ranking importanti nei loro paesi e anche in Europa, alcuni dei quali in odore da UFC.
Non ci sono incontri con italiani contro avversari di cartone spacciati per fenomeni.
Le tre finali si preannunciano appassionanti come non mai. Avremo Marc Goddard ad arbitrare.
Ci sarà Pino Insegno come presentatore della serata. Insomma un “cast” di livello come non si è mai visto.
Direi che posto che ognuno ha il diritto di fare ciò che vuole con il suo tempo e con i suoi soldi, dire di essere appassionato di MMA e – nella possibilità di farlo – mancare a Venator sarebbe veramente una cosa della quale pentirsi.
Grazie per la tua disponibilità Frank e in bocca al lupo per il futuro di Venator FC.
Grazie mille per l’intervista Marco e un saluto a tutti i lettori di MMA Mania.it.