Bruce Buffer direbbe: “It’s time!”
Il momento tanto atteso è giunto.
La UFC, la più grande federazione di MMA a livello mondiale, si apre alla categoria femminile.
Come di consueto non ci soffermeremo nel parlare degli aspetti tecnici del match titolato Rousey – Carmouche.
Parliamo di Ronda “Rowdy” Rousey, la ragazza che ha fatto un’armbar al destino!
La nascita: sfuggire alla prima mata leao!
Molti di noi si trovano a difendersi da questa sottomissione (che statisticamente miete più vittime di ogni altra) una volta iscrittisi ad un corso di BJJ, grappling o MMA, per lei non è stato esattamente così.
Ripercorrendone la vita la vediamo lottare sin dal primo momento, quando i medici riscontrano che il cordone ombelicale fosse arrotolato intorno al collo, l’ipossia così generata fece presumere che avrebbe avuto difetti di sviluppo, cerebrali e di udito, tanto che, a causa di un ritardo delle facoltà di espressione rispetto alla norma, dovette frequentare dei corsi per l’uso del linguaggio.
I fatti ci hanno dimostrato che evidentemente la vita non ha stretto abbastanza lo strangolamento, perlomeno non abbastanza per la voglia di vivere della futura regina delle MMA!
Adolescenza e contrappasso dantesco: a sottomissione scampata corrisponde sottomissione finalizzata!
Forse pochi di voi sanno che Ronda è figlia della prima americana vincente un mondiale di Judo. E’ probabilmente questo il motivo per cui la giovane californiana si allena inizialmente in questa disciplina.
“Payback is a bitch” si dice oltreoceano!
La bimba, che non ha battuto per lo strangolamento in utero materno, cresce e ben presto si rende conto delle proprie capacità: è il suo turno nel sottomettere ora.
Con il passare degli anni si ritrova a lottare, e vincere, contro i coetanei maschi per mancanza di concorrenza da parte del pari sesso e nel 2008 è la prima statunitense a vincere il bronzo alle olimpiadi di Pechino.
L’età adulta: se finalizzare nel Judo non paga abbastanza, finalizza in un’altra disciplina!
Lo sport che la vede medagliata non permette a Ronda di portare il pane a casa, da qui la scelta che la porterà alla ribalta internazionale: il passaggio alle MMA, fenomeno esplosivo negli USA.
Si allena duramente per colmare le proprie lacune nello striking e stringe diverse amicizie con fighters protagonisti in UFC, tra questi Parysian e Gamburyan.
L’anno scorso ha avuto modo di incontrare i fratelli Diaz (a riguardo potete guardarvi il documentario “trip to 209” su YouTube), i bad boys delle MMA, con i quali ha modo di crescere tecnicamente, conquistarne il rispetto e forse di accentuare il suo carattere combattivo nel contesto della competizione.
Alla conferenza stampa, nella quale Dana White le consegna la cintura, dopo un’occhiata di intesa con il giovane Nate si esprime senza peli sulla lingua sulla possibilità del suo dream match contro Chris Cyborg: “io sono qui, quando vuole può venire e sfidarmi, la aspetto!”.
Nascosta rispetto al lato competitivo si cela però una ragazza ben diversa…
Una ragazza che ricorda come, prima della notorietà, si vergognava delle orecchie a cavolfiore e che per la fisicità dettata dallo sport aveva problemi con i ragazzi.
Ronda, al contrario della apparenze, è timida e introspettiva.
In occasione di un’intervista per la realizzazione del primetime ha per la prima volta discusso la questione della mancanza della figura paterna nella propria vita, raccontando le dinamiche nella speranza che le domande dei giornalisti a riguardo si placassero.
La storia risale ai suoi primi anni e vede il padre coinvolto prima in un incidente e poi diagnosticatogli una malattia molto rara, la Sindrome di Bernard-Soulier.
La prognosi fu tanto grave che lo avrebbe portato ad invalidità crescente fino al sopraggiungere della morte.
Decide di sottrarsi a questo destino infausto commettendo suicidio e lasciando un incolmabile vuoto nella vita della figlia.
Questa vicenda è tuttora per Ronda un dolore continuo tanto da sentirsi in colpa nel parlarne, avendo paura che questa storia possa essere strumentalizzata per incrementare l’audience.
Quello che ricorda più spesso è la promessa a lui fatta di primeggiare in qualunque strada intrapresa: con sei vittorie prima del limite possiamo dire che stia senza dubbio tenendo fede al giuramento!
Continuerà, con questa grande motivazione, ad estendere la striscia di successi finora mai macchiata da una sconfitta?
Ciò che spero di più che il match di sabato possa avere un seguito per quanto riguarda la partecipazione femminile al mondo MMA e che il fan casuale, leggendo l’articolo, possa trovare un interesse, spunti di riflessione ed un accresciuto hype nei confronti di un’artista marziale da non considerare di secondo piano rispetto ai colleghi di sesso opposto.
Non mi resta che augurarvi una buona settimana e buon UFC 157 a tutti!
Aggiungo i primi due episodi del Primetime, il terzo uscirà mercoledì.
http://youtu.be/7QEoSpOdHGA
http://youtu.be/YAb5HgtYeM0