Prima card texana per l’UFC. Precisamente Dallas. L’arena è quella dell’American Airlines Center. Spettatori presenti? 17.428 e tutto esaurito!
Gli incontri della main card iniziano con Hermes Franca opposto a Tyson Griffin.
Primo round di studio. Con un ritmo piuttosto moderato, ma nel quale è sempre Griffin a prendere l’iniziativa e a comandare il gioco, con un Franca assolutamente passivo.
Il secondo round parte decisamente più forte, con Griffin che impone al combattimento un buon ritmo e che diventa decisamente più aggressivo rispetto a quanto visto nel primo round. Finalmente anche Franca si ricorda di essere entrato nell’ottagono per combattere e parte con una lunga e pressante combinazione di ganci (molto larghi e poco tecnici) che però Tyson riesce a controllare senza subire danni. Splendido il momento in cui Franca, a seguito di un calcio al corpo, trattiene la gamba dell’atleta statunitense, il quale però senza troppi problemi continua a schivare i colpi e rientrare proprio con la naturalezza con cui si boxa in posizione normale. Particolare che fa infiammare il pubblico presente. Molto bella la tecnica mostrata più volte da Griffin, il quale, muovendosi nella propria diagonale anteriore sinistra va a colpire con un low kick interno la gamba posteriore dell’avversario.
L’incontro si conclude quando l’americano, con un potente diretto opposto a seguito di un low kick interno, centra in pieno il mento del brasiliano il quale cade a terra e finisce sotto ad un poderoso ground£ di Griffin che lo priva dei sensi e costringe l’arbitro a stoppare il match.
Ennesima grande prestazione per Tyson Griffin. Ciò che invece fa un po riflettere è che Franca, cintura nera di Brazilian Jiu Jitsu, non abbia tentato una sola volta di portare a terra il suo avversario.
Il match successivo è quello che vede opposti Josh Koscheck e Frank Trigg. Uno degli atleti che hanno segnato la storia dell’UFC. Ricordiamo con particolare interesse i suoi due leggendari scontri contro Matt Hughes.
Un incontro che non ha offerto molto. Non per il livello degli atleti, ma semplicemente perchè finito in maniera molto rapida con Koscheck che prima stordisce Trigg con un destro a seguito di una schivata, mandandolo poi al tappeto con un successivo gancio destro in pieno mento, seguito da un ground£ che l’arbitro non ha potuto che stoppare decretando la fine delle ostilità.
Match che, data la durata, ha offerto pochi spunti di riflessione. Trigg non sembrava partito male, ma la sua prestazione non può essere giudicata con 1 minuto e 24 secondi di match. Koscheck dimostra di essere uno dei top della sua categoria, ma di essersi trasformato in un kickboxer puro, dopo essere invece partito come fighter mono-dimensionale, con una grande lotta ma nulla più. Sarebbe bello vedere Kos utilizzare di nuovo anche il suo spettacolare wrestling.
Il match successivo è quello che vede Martin Kampmann opposto a Paul Daley. Atleta andato a rimpiazzare Mike Swick dopo l’infortunio che gli ha impedito di affrontare Martin, nell’incontro dal quale sarebbe uscito il nome del fighter che avrebbe combattuto per il titolo contro George St. Pierre.
Anche questo un incontro molto rapido. Il pubblico americano non conosceva Daley, ma non ha impiegato molto per realizzare di essere di fronte ad uno striker molto promettente. Un “different kind of striker” come dice Rogan.
L’atleta inglese ha dunque impiegato 2 minuti e 31 secondi per chiudere il match. Anche Goldberg durante la telecronaca fa notare che “ogni volta che Kampmann si avvicina parte una combinazione di colpi (da parte di Daley)”.
Un Kampmann molto più mobile dell’avversario, non basta quindi a fermare l’atleta inglese, che prima stordisce con un gancio sinistro il suo avversario, per poi continuare con altri 10 ganci sinistri che mandano Martin fuori gioco (pur rimanendo in piedi) e costringendo l’arbitro a stoppare l’incontro.
Il pubblico non ha particolarmente gradito lo stop perchè l’atleta era ancora in piedi, ma c’è da dire che fosse visibilmente fuorigioco. L’arbitro non ha fatto altro che risparmiargli un brutto KO, sottostando a quello che è il suo principale compito nell’ottagono: preservare la salute dell’atleta.
Arriviamo dunque ai due incontri più attesi. Cronologicamente, il primo è: Mirko “Cro Cop” Filipovic vs Junior Dos Santos.
Incontro fondamentale per entrambi. Fondamentale per il croato, per dimostrare di aver la possibilità di tornare agli eccezionali livelli mostrati nel PRIDE FC (livelli mai neanche lontanamente raggiunti nelle precedenti apparizioni in UFC). E altrettanto importante per Junior, il quale deve dimostrare che le rapide vittorie ottenute contro Fabricio Werdum e Stefan Struve (rispettivamente 81 e 54 secondi) non sono state frutto del caso.
Primo round piuttosto equilibrato, ma comunque a favore di Dos Santos che prende maggiormente l’iniziativa, è più aggressivo e tiene bene il centro del ring. Il fatto che Mirko tenti una proiezione (mal riuscita) per portarlo a terra fa piuttosto riflettere.
Seconda e terza ripresa sempre a favore del brasiliano, ma con un maggior vantaggio da parte di quest’ultimo a causa di un netto calo del croato che si limita a parare senza mai contrattaccare, se non saltuariamente con 2 o 3 highkick che però non portano a nessun risultato. Lo scontro finisce al secondo minuto del terzo round quando Dos Santos colpendo Cro Cop (in maniera regolare) in un occhio, lo priva momentaneamente di una corretta visuale, la quale costringe l’arbitro ad interrompere l’incontro. KO tecnico dunque per Junior Dos Santos. TKO che spedisce il brasiliano ai piani alti del ranking della sua categoria e che, purtroppo, sembra mettere la parola fine alla carriera di Filipovic, che nell’intervista post-match fa intendere che quello potrebbe essere stato l’ultimo incontro di una strepitosa carriera.
Si arriva dunque al main event della serata. Quello che vede opposti Rich “Ace” Franklin e Vitor “The Phenom” Belfort. Un Belfort che debuttò addirittura all’UFC 12 all’età di 19 anni e che dopo un arrivederci durato 4 lunghi anni, ritorna nella gabbia più famosa del mondo.
Anche in questo caso l’incontro è stato molto breve. Rich ha tenuto timidamente l’iniziativa per tutta la durata del match, senza mettere comunque a segno alcun colpo degno di nota, con un Belfort particolarmente attendista. Al terzo minuto della prima ripresa Belfort tira i suoi primi pugni che vanno immediatamente a segno, mandando al tappeto Franklin e finendolo in ground£.
Match che non può offrire molte informazioni riguardo all’attuale condizione del brasiliano, il quale però secondo Dana White sarebbe già pronto ad una chance titolata contro Anderson Silva. Probabilmente più per mancanza di contenders che per particolari meriti. Sarà curioso comunque vedere come la prenderanno Nate Marquardt e Dan Henderson se la title shot verrà ufficializzata.
Belfort con questo match si guadagna anche i 65.000$ di bonus per il “KO of the Night”.
Gli altri bonus vanno a Rick Story e Brian Foster per il “Fight of the Night” e di nuovo a Rick Story per la “Submission of the Night”.
Particolarmente interessanti alcuni incontri dell’undercard, tra i quali spicca, oltre al già citato Rick Story vs Brian Foster, anche Rob Emerson vs Rafael Dos Anjos.
Tutti i risultati della serata possono essere consultati nella sezione “Archivio incontri” del menu.