Il peso leggero UFC Michael Chiesa non ha digerito lo stop di Mario Yamasaki che continua a considerare prematuro nel suo ultimo incontro e vorrebbe regolare i conti con l’arbitro a suo modo
Lo scorso giugno durante l’evento UFC Fight Night 112 il top prospect dei pesi leggeri (70 kg) Michael Chiesa veniva battuto dall’alro top prospect di categoria, in forte ascesa, Kevin Lee.
Lo stop avvenne a seguito di una sottomissione, una rear-naked choke perfettamente chiusa da Lee alla quale seguì il pronto intervento dell’arbitro Mario Yamasaki. Fin qui nulla di strano se non fosse che Michael chiesa non si arrese da quello strangolamento, schizzando subito in piedi e urlando tutta la sua disapprovazione per quello stop in faccia a Yamasaki.
È qui che le cose si complicano. Da regolamento Yamasaki è perfettamente tutelato, in quanto un arbitro può decidere a sua discrezione di interrompe un match, specie su un soffocamento, se ritiene che chi subisce la presa non sia più in grado di continuare a difendersi, magari proprio perchè svenuto. A giudicare dai secondi immediatamente successivi allo stop, Michael Chiesa non sembrava affatto svenuto o provato, ma guardando attentamente i secondi antecedenti allo stop, sembravano restituire un’immagine di Chiesa parzialmente privo di conoscenza.
Chiesa ha tentato un ricorso alla Commissione Atletica dello Stato dell’Oklahoma che legiferava l’evento in questione, al fine di trasformare il verdetto in un No Contest, ma proprio la scorsa settimana la commissione ha respinto questa richiesta dell’atleta di origine italiana.
È qui che l’indignazione di Chiesa è montata esponenzialmente contro il noto arbitro, complice anche un messaggio sull’account instagram ufficiale del presidente UFC Dana White subito dopo quel match, che da sempre non vede di buon occhio gli stop di Yamasaki, e che per l’occasione coniò una crasi con un altro arbitro che non lo soddisfa affatto Steve Mazzagatti:
Mario Mazzagatti lo ha fatto di nuovo !!! Questo ragazzo è più interessato a fare questo stupido cuore a culo di merda che arbitrare una lotta!!! Rubi un grande momento a [Kevin] Lee o lascia che Mike combatta o si arrenda. Nessuno vuole la merda che fai, un cuore con le mani come una bambina di 12 anni loro vogliono che presti attenzione a quello che sta succedendo nella lotta e svolgi il tuo lavoro.
Yamasaki, cosi come altri arbitri nel corso del tempo, non è nuovo ad attacchi frontali da parte del presidente UFC, che come sappiamo non ha potere sulla scelta o sugli eventuali provvedimenti nei confronti degli arbitri e giudici che invece è a totale appannaggio delle varie commissioni atletiche statali che legiferano un dato evento sul loro territorio di competenza.
Sarebbe stato più facile lasciare continuare l’azione ma il regolamento è chiaro, quando i combattenti smettono di difendersi intelligentemente, l’arbitro deve difenderli. Non hanno bisogno di battere la resa con la mano. Appena li vedo spegnersi, intervengo. Sono in questa attività da oltre 20 anni, sono una cintura nera di jiu jitsu di 5° grado e so quello che ho visto.
La commissione atletica è già entrata in contatto con me in modo da poter rispondere di quello che è successo. Penso che abbia avuto tutto il diritto di chiedere l’appello. Chiesa è un grande atleta, certamente uno dei migliori del mondo. La commissione ha valutato ciò che è successo, e sono certo che ha preso la decisione migliore.
La nostra intenzione non è di danneggiare nessuno. Continuerò a fare il mio lavoro eticamente e correttamente.Dana White? È un grande uomo d’affari e promotore dell’evento e ha il diritto di esprimere le proprie opinioni. Considerando che sono nel giro da 20 anni, ho imparato molto nel tempo. Fa tutto parte di ciò che i fan credono di essere, atleti di alto livello. Lui ed i fan pensano di conoscere tutte le regole e che possono fare tutto quello che vedono sullo schermo. So come affrontare la cosa e fa parte del lavoro.
Michael Chiesa però non sembra soddisfatto di queste parole e vuole a tutti i costi un confronto definitivo con lo storico arbitro, tanto da sfidarlo apertamente in un match di grappling:
L’evento di BJJ “Onnit Invitational” farà un evento il 30 settembre, quindi questa è la mia sfida aperta a Yamasaki. Vorrei provare la sua cintura nera di 5° grado in un match amichevole di grappling e vediamo se è quello che dice di essere. E non lo sto dicendo in modo ostile, sto solo dicendo: ‘Hey, se sei una cintura nera di quinto grado, devi sostenere le decisioni che hai preso.’
Come artista marziale, questa è la mia sfida aperta per lui, per la card dell’Onnit Invitational il 30 settembre.
Queste parole non tardarono certo ad essere riportare all’arbitro, che con un elegantissimo aplomb pochi giorni fa rispose:
Ho 53 anni, non mi alleno, come faccio a farlo? E qual è il punto di combattere con me? Cosa cambierebbe? Che cosa vuole dimostrare? È infantile. Anche se lui mi batte o io batto lui, non cambierà nulla di quello che è successo nella sua lotta. Cosa sta cercando di provare?
Se mi dà un pò di tempo per allenarmi, posso lottare con lui. Ditegli di venire alla mia accademia, nessun problema. Ho 10 accademie negli Stati Uniti, può venire ogni volta che vuole.
L’unica cosa che continuo a non capire è che cosa sta cercando di provare? Questo vorrei sapere.
Vuole l’attenzione dei media e l’ha avuta.
A quanto pare questo botta e risposta a 3 tra Michael Chiesa, Mario Yamasaki e la stoccata di Dana White non sembra aver portato ad una conclusione reale:
Chiesa continuerà ad avere una sconfitta sul suo curriculum in questo match con Kevin Lee;
Yamasaki continuerà ad arbitrare anche in UFC e ad insegnare Brazilian Jiu Jitsu nelle sue 10 accademie americane;
White continuerà ad attaccare lui e gli altri arbitri che non soddisfano i suoi personalissimi criteri di giudizio.
Cosa possiamo dedurre da tutto questo? Probabilmente la miglior conclusione è una massima dello sport che ormai è diventato un mantra per le MMA: