Marco Santi, storico atleta, allenatore e promoter, rompe il silenzio sulle recenti dichiarazioni di Giovanni Melillo riguardo l’uscita dalla Dog eat Dog
Sono davvero recenti le dichiarazioni di Giovanni Melillo [Scheda] in merito alla sue divergenze con il team Dog Eat Dog [Scheda] di Marco Santi [Scheda], che da sempre lo ha accompagnato nelle sue uscite agonistiche più importanti, che lo hanno portato a dichiararsi non più parte della fucina di atleti fiorentina.
Marco Santi ha voluto dire la sua dapprima attraverso un aggiornamento sul sito del suo team, che vi invitiamo a leggere nella sua interezza, e di cui uno dei passi fondamentali è:
Credo e tifo sempre per lui, gli voglio bene come a un fratello ma abbiamo soltanto capito che eravamo arrivati a un punto in cui volevamo cose opposte e la migliore soluzione era continuare su strade diverse […]. Noi di DOGEATDOG abbiamo altri valori e su questi il nostro metodo di lavoro è costruito. Un abbraccio e buona fortuna, Gianni!
Era il 2015 quando Giovanni “The Punisher” Melillo (detto Gianni), fece il suo match allo Slam FC 8 ‘Mamba’ [Scheda] di Marco Santi e da allora il loro rapporto professionale si strinse sempre di più fino a diventare un vero rapporto d’amicizia e collaborazione lavorativa.
In esclusiva ad MMA Mania.it, Santi confida:
Per quel match ce lo segnalò l’head coach del team barese W.C.R.A. [Wing Chun Research Association] Paolo Girone. Mi colpì perchè era una persona gentile, educata, semplice nonché un bell’atleta con il quale si poteva costruire qualcosa di davvero importante, cosi come poi si è dimostrato nel tempo.
Da allora Giovanni Melillo intraprende un percorso di crescita sportiva, nonché di assoluta dedizione alle MMA, vivendo a Bari, ma cercando di allenarsi costantemente alla Dog eat Dog di Firenze. Seguono vittorie importanti sia nella promotion tedesca Superior FC che al rinomato Cage Warriors, per citare 2 tra gli appuntamenti più importanti vinti fuori dal nostro paese, sempre e comunque con Santi al suo angolo:
Per Giovanni mi trovavo piacevolmente a ricoprire non solo il ruolo di allenatore quando veniva qui da me, ma anche di manager per i match, e relative borse, nonché per la ricerca di sponsor. Sponsor paganti, che un atleta del suo calibro merita, anche per sostenere i suoi spostamenti da Bari a Firenze senza far ricadere tutto sulle sole borse dei match. Cosi come anche un alloggio e provvedere ai suoi spostamenti negli stessi periodi in cui era qui da noi.
Tutte cose che facevo con assoluta passione, cosa che mi ha sempre contraddistinto dall’apertura dell’accademia e del circuito Slam FC [Scheda], professionalità e amicizia. Era pur sempre un lavoro comunque e come tutti i lavori sostenevo delle spese e gli offrivo un servizio, valutato di comune accordo per i rispettivi impegni. Giovanni veniva su bene e a parte quel piccolo neo al Venator FC 3 [Scheda] contro Karl Amoussou, la sua carriera era fitta di successi, che al 90% fu merito suo, e al 10% merito degli sforzi profusi per preparare tutti quei match, specialmente esteri.
Ad oggi era arrivato il momento di cambiare registro e posizionarlo nello scacchiere internazionale ad un livello più alto. Per farlo, entrambi, io e lui, dovevamo adoperarci per avere una marcia in più: lui doveva cercare di integrare più costantemente i suoi allenamenti da me e io trattare le richieste di match, borse e ricerca sponsor in maniera ancora più meticolosa di quanto nona vessi già fatto profusamente in precedenza.
È arrivato a questo punto che qualcosa non ha più funzionato tra le richieste di Gianni e l’effettivo contributo professionale che davo io, dal parlare con gli organizzatori esteri allo studio del gameplan e del matchmaking proposto da più parti.
Lui aveva le sue esigenze di crescita economica nella quale probabilmente rientrava anche la comodità logistica per gli spostamenti, io avevo esigenza di lavorare fisicamente e strategicamente con lui e non potevo venire totalmente eclissato nelle sue dichiarazioni mezzo stampa in favore di altri suoi allenatori locali.
Gran parte del lavoro di costruzione dei suoi match dietro alle quinte lo svolgevo io e mi andava molto più che bene che seguisse degli allenamenti specifici con altri allenatori e altri professionisti della nutrizione e della preparazione fisica, ma se combatteva sotto la Dog eat Dog doveva anche, probabilmente sopratutto, passare da qui con più costanza. Siamo soprattutto professionisti.
Sul piano umano non posso che essere orgoglioso della sua crescita, gli auguro e augurerò sempre il meglio per lui, continuerò a tifare per lui e spero in un suo ingresso in UFC, come la sua dedizione inamovibile meriterebbe. Ma sul piano professionale eravamo arrivati su due livelli completamente opposti.
Rimane per me il miglior peso welter in circolazione in Italia. Probabilmente Carlo Pedersoli jr. [Scheda] con il quale viene sempre affiancato per una potenziale sfida, ha dalla sua solo l’età e i conseguenti margini di miglioramento, ma ha meno esperienza internazionale, Giorgio Pietrini [Scheda] si è forte, ma ha un record inferiore a Melillo con atleti esteri dello stesso livello… insomma, se rimane con questa dedizione mentale, e se riuscirà a proseguire con i giusti, ma davvero GIUSTI allenamenti, Melillo rimarrà una vera forza della natura destinata ad arrivare molto in alto. Ma il futuro non posso saperlo, e dipenderà dalle sue scelte e dai professionisti con i quali deciderà di circondarsi.
Ma la filosofia della Dog eat Dog è un altra, non posso permettermi a questi livelli di confondere il lavoro con i sentimenti.
Scelte per lo più professionali quindi, quelle che hanno rotto il sodalizio tra Melillo ed il team di Marco Santi. Rimaniamo ad ogni modo a disposizione di Giovanni Melillo qualora volesse chiarire, replicare o dire in maniera più approfondita la sua in esclusiva su queste pagine come fatto da Marco Santi.