A fine Settembre, il giornalista di Sherdog.com Marcelo Alonso si è seduto al tavolo con Wanderlei Silva per ripercorrere con “The Axe Murderer” la sua carriera nelle MMA.
Ai tempi di questa intervista Silva si stava allenando, ma non poteva essere colpito al volto per via di una recente operazione di chirurgia al naso. Ora si sta preparando per il suo prossimo incontro, che dovrebbe essere contro Yoshihiro Akiyama nel febbraio del prossimo anno.
Come ti sei adattato a vivere a Las Vegas?
Ormai sono 2 anni che vivo qui, all’inizio è stata davvero dura ma ora sto bene.
A differenza di molte altre zone degli Stati Uniti qui non vivono molti brasiliani, per cui ho dovuto migliorare il mio inglese e ricostruirmi una vita sociale.
Inizialmente ho provato a vivere a West Palm Beach (Florida), ma mi allenavo in una neonata palestra che non mi offriva il giusto allenamento per il mio imminente match contro Chuck Liddell, per cui decisi di venire a Las Vegas dove Couture mi ha aiutato moltissimo nei primi tempi.
Subito dopo ho deciso di aprire la mia palestra ed è stato un periodo molto difficile, perché in America c’è bisogno di un permesso per ogni cosa ed io non parlavo ancora inglese a quei tempi.
E’ stata dura, ma la creazione di una mia accademia per me è stata come la realizzazione di un sogno, e ho fatto tutto quello in mio potere per realizzare il mio obiettivo.
Grazie a Dio sono riuscito a realizzare le cose che volevo realizzare nel modo in cui le volevo realizzare, il mercato americano è davvero favoloso ed io sono molto contento del risultato finale.
Chi sono i tuoi allenatori qui?
Rafael Alejarra, uno dei migliori allenatori al mondo, mi ha aiutato tantissimo per il mio ultimo incontro. Ci conosciamo da molto tempo e siamo amici, ma è anche un grande professionista e ha mostrato molta passione. Io e Rafael Cordeiro abbiamo iniziato una collaborazione con la sua nuova palestra, Kings Muay Thai. E’ una persona molto rispettosa e con il passare del tempo sta diventando sempre più un maestro, sia dentro sia fuori dal ring. Mi ha sempre insegnato molte lezioni ed è stato al mio fianco nella maggior parte dei momenti importanti della mia vita.
Molti anni fa venni cacciato dalla palestra in cui mi allenavo e lui si impegnò in prima persona per farmi tornare.
Cosa pensi della tua ultima sconfitta contro Rich Franklin?
Credo di aver vinto quell’incontro. Ho fatto del mio meglio e persino i fans americani mi dissero che secondo loro avevo vinto l’incontro. Mi sono un po’ arrabbiato per la decisione dei giudici perché quella serata ho offerto un ottimo spettacolo e pensavo d’aver vinto.
Quando tornerai a combattere?
Quando Dio lo vorrà. Per la prima volta in 13 anni mi sono fermato un attimo….mi prenderò un momento di pausa per concentrarmi sulla mia palestra e sui miei ragazzi. Cercherò di migliorare come manager e come atleta. Ho aperto due nuovi corsi dove insegno personalmente, perché ogni uomo che lavora con le arti marziali deve conoscere tutti gli aspetti dell’allenamento e l’insegnamento è uno di questi. Grazie a Dio sto vedendo che si possono trarre dei profitti anche lavorando fuori dal ring. Nel mio caso i guadagni da allenatore non sono neanche paragonabili a quanto guadagno combattendo, ma si può dire che con la mia palestra guadagno abbastanza da pagare le bollette.
In Brasile in molti si sono stupiti riguardo all’invito ad allenarsi con te che hai esteso ad Arona e Filho.
E’ normale. I tempi delle rivalità sono finiti e quando vivi fuori dal Brasile il tuo patriottismo cresce. Chi non vorrebbe Arona e Filho come rappresentanti del proprio team? La mia palestra è aperta a chiunque abbia voglia di allenarsi, qui sono già venuti Forrest Griffin, Minotauro Nogueira, Gilbert Yvel, Heath Herring, Werdum, Demian Maia e molti altri ancora.
Ogni martedì e giovedì c’è una sessione di sparring aperta al pubblico, atleti di altre palestre possono venire con i loro allenatori ad allenarsi da me. Se la mia palestra è aperta per persone che non conosco, lo è certamente anche per i nuovi talenti brasiliani e giapponesi. Attualmente sto usando tutta la mia popolarità negli Stati Uniti per promuovere nuovi atleti provenienti dal Brasile e dal Giappone.
Il 22 Agosto abbiamo avuto l’opportunità di vederti per la prima volta all’opera come allenatore quando il tuo atleta Jorge Lopez ha sconfitto un allievo di Josh Barnett per Decisione Unanime. Dopo una carriera da fighter piana di successi, come ti sei sentito a vincere come allenatore?
Sono molto felice, Jorge è una nostra scoperta. Questo è stato il suo settimo incontro ed io gli ho detto “Quando ne avrai combattuti 15 ti farò combattere nell’UFC”. Oggi oltre a lui ci sono altri talenti nel “Wand Fight Team”, come Mike Whitehead, Vitor Vianna ed altri nuovi prospetti. Sono felicissimo di poter trasmettere ai miei studenti la mia mentalità da vincente che ho ricevuto dal mio maestro Rudimar Fedrigo durante tutta la mia vita.
Rudimar è mai venuto a trovarti da quando hai lasciato la Chute Boxe?
No. In ogni caso vorrei ringraziare il maestro Rudimar per tutto ciò che sono diventato. Gli ho già detto che attendo una sua visita. Insegno sempre ai miei allievi il rispetto verso il proprio maestro ed io rispetto davvero il mio.
Cosa pensi riguardo ai tuoi incontri nella IVC (International Valetudo Championship)?
Quell’evento era incredibile, uno dei più importanti al mondo a quei tempi. In quegli anni non c’era ancora il PRIDE e l’UFC non era ancora grande quanto lo è attualmente. Gli incontri erano pazzeschi, un solo round da 30 minuti…Non davo calci nelle palle ai miei avversari perchè non mi andava di farlo, ma questi colpi erano permessi. Sergio Batarelli era un grande manager e organizzò alcuni ottimi match come Fabio Gurgel contro Mark Kerr, un incontro fantastico nel quale Gurgel mostrò un grande cuore. Jose “Pelè” Landi-Jons affrontò Chuck Liddell in un match spettacolare, Pelè quasi mise ko Liddell. Anche l’incontro di Pelé contro Macao fu ottimo…L’IVC passerà alla storia.
Ritieni che quello fu un passaggio importante per portare lo sport a come lo conosciamo oggigiorno oppure pensi “Come ho fatto a fare certe cose!”?
Non ho mai avuto paura degli infortuni e di tutte quelle cose. Non ho mai avuto paura o un istinto naturale a proteggermi, e questo è il motivo per cui la mia carriera è quella che conoscete tutti. Ho iniziato ad allenarmi quando avevo 13 anni e sono diventato professionista a 15 anni. Dai 15 ai 33 anni non mi sono mai fermato. Ho sempre combattuto 4 o 5 volte all’anno e ultimamente 2 o 3 volte all’anno. Non ho mai avuto tempo libero, per cui adesso me lo prendo per la prima volta. Ora mi prenderò cura di me stesso e tornerò al meglio il prossimo anno. A dir la verità adesso mi sono fermato perchè sono obbligato a farlo, perchè onestamente vorrei iniziare ad allenarmi subito. Dico sempre che amo allenarmi e che bisogna essere ispirati per farlo. E’ come fare l’amore: l’uomo non può fingere. A volte viene bene mentre altre volte no, ma non possiamo fingere. E io sono così: se faccio qualcosa lo faccio per davvero.
Con il senno di poi, quanto credi che la Chute Boxe sia stata importante per la tua carriera?
La Chute Boxe è un team eccezionale, una vera fabbrica di campioni. Il maestro Rudimar Fedrigo è un leader nato. Ha l’abilità di tirare fuori il meglio da ogni atleta. Sfortunatamente per il team, adesso ha una carriera politica, ma sono sicuro che sta facendo un ottimo lavoro a Curitiba, aiutando tutte le arti marziali, non solo le MMA.
Rudimar è sempre stato un uomo molto impegnato e non aveva sempre il tempo di condurre le sessioni di allenamento, per cui di solito il maestro Rafael Cordeiro lo faceva per lui. Rafael ci ha insegnato moltissimo e ha formato Shogun. Se si chiede a qualche atleta recente della Chute Boxe, tutti risponderanno che Rafael è il loro maestro. E’ un ragazzo eccezionale e fu formato da Rudimar… questo è il motivo per cui in passato abbiamo avuto qualche problema.
Cos’è successo?
In quei tempi c’era una forte rivalità tra atleti, ma oggi lo sport è più professionale e abbiamo realizzato che dovevamo collaborare. Questa rivalità tra diverse arti marziali e atleti non esiste più, io sono benvenuto in ogni palestra nella quale io vada, dalla Muay Thai al Jiu Jitsu. Alcuni anni fa mi recai presso la palestra di Royler Gracie e lui mi trattò molto bene. Mi sono allenato con i suoi allievi e loro erano molto bravi. Andare li è stato un onore per me.
Quando hai iniziato a combattere chi vedevi come tuo idolo?
Il maestro Rafael. Ha 2 o 3 anni più di me e quando iniziai ad allenarmi era già cintura nera. E’ molto brutto, ma era famoso e aveva una ragazza bellissima, per cui questo mi diede la speranza che un giorno anch’io avrei potuto far bene. Era molto forte nella Muay Thai, poi iniziò con il Bjj e fece subito grandi cose anche con quello e successivamente anche con il Karate. Ha molto talento, non ho mai visto un ragazzo con più talento nell’allenarsi o nell’allenare gli altri…davvero incredibile! In modo diverso anche Pelè mi ha ispirato. Era l’uomo più cattivo che io avessi mai visto, non ho mai incontrato un uomo cattivo come lui. Allenandosi con lui non c’erano vie di mezzo, ti riempiva di botte in allenamento e non gliene fregava niente.
Voi due siete diventati cintura nera di Muay Thai (la federazione brasiliana, diversamente dalle altre, prevede le cinture per questa disciplina) insieme?
Si, l’abbiamo presa con Nilson de Castro. Nilson è un’ottima persona e chiesi di allenarmi anche con lui perchè è un buonissimo insegnante. Ai tempi in cui ricevemmo la cintura nera non avevamo i guantoni in palestra per cui ci schiaffeggiavamo a vicenda. All’esame per la cintura nera mi ha quasi mandato Ko con un schiaffo. Calciava molto veloce, come Rafael. Ho reagito e l’ho colpito con qualche calcio, facendolo gridare, ma in ogni caso era un’ottima persona, proprio come Pelè.
Parlando di te, qual è la principale differenza rispetto al passato in questa nuova fase della tua carriera?
Credo che sia la nuova metodologia di allenamento, più specializzata, devo ancora riadattarmi a tutto. Un fighter deve riciclarsi, rimanere in costante evoluzione. Ci sono molte facce nuove, per cui bisogna sempre migliorarsi per rimanere al top. Tornerò, questo è sicuro. Mostrerò a tutti che posso superare questo periodo e che io non combatto per soldi, se combatto è perchè mi piace farlo. Ho molti altri affari in ballo, ma quello che faccio di persona è combattere. Amo combattere. L’adrenalina che si sente prima di un combattimento è unica. Il combattimento è il mio sangue. Naturalmente lo faccio anche per i soldi, è naturale è il mio lavoro, ma grazie a Dio oggi quello non è il motivo principale. Lo faccio per rendere più popolari le MMA nel mondo. E’ un processo lento, vado anche di palestra in palestra per tenere seminari.
Parlaci del tuo sito per le persone che vogliono venire ad allenarsi con te
Il mio sito americano è wandfc.com e ora sto per creare un Orkut che è il più grande netwotk in Brasile. Ho anche un Myspace, alcune persone hanno creato un profilo per me ma io voglio crearne uno mio per parlare direttamente con i miei fans. Se vivete negli Stati Uniti e avete bisogno di aiuto venite qui e parlate con me, vi aiuterò in ogni modo che posso. Posso trovarvi alloggi economici perchè so cosa vuol dire andare in un posto nuovo senza conoscere nessuno. Conosco i proprietari di bars e nightclubs, dove potete trovare un lavoro. Sono qui per aiutarvi.
Un giorno mi hai detto che la città dove firmi meno autografi è Curitiba…
Si, qua ce l’hanno già quasi tutti (ride). Le persone di Curitiba sono molto timide. Sapete cosa fanno i ragazzi di Curitiba quando scoprono le loro mogli a letto con un altro uomo? Niente. Perchè non parlano con gli sconosciuti (ride). Ad ogni modo in molti mi riconoscono a Curitiba, perchè avendo vissuto la tutta la mia vita ho molti amici e conosco tante persone. Ci sono molti posti nel mondo in cui non posso nemmeno camminare per le strade.
Dove credi di essere più popolare?
Inizialmente in Giappone. Adesso anche a Las Vegas. Il Canada è impressionante, a Toronto e Montreal è qualcosa di pazzesco. Quello è un grande mercato per le MMA e aprirò delle sedi laggiù, ma voglio le stesse cose che ho qui. Penso che aprirò una palestra anche in Brasile perchè voglio aiutare la gente del mio paese.
Parlando della globalizzazione delle MMA, Belfort si è allenato con Minotauro Nogueira e Anderson Silva, e ora vuole la cintura di Anderson. Come vedi questo fatto?
E’ qualcosa che sta succedendo ultimamente ed è una questione molto complicata.
Chi pensi che possa battere Brock Lesnar?
Credo Minotauro. Lui ce la può fare perchè non avrà paura di Lesnar. Minotauro non ha paura di nessuno e lo punirà in piedi.
Lyoto si è allenato con te in passato. A quei tempi avevi capito che lui aveva qualcosa di diverso?
E’ fortunato ad essere nato in una casa di combattenti. Ha i suoi fratelli con cui allenarsi e lui è senza dubbio un ottimo fighter. E’ un bravo ragazzo e credo che sia un grande atleta.
Cosa pensi del suo prossimo match contro Shogun?
Continuo a credere che Shogun sia uno dei migliori combattenti della divisione. Questo è un incontro duro. Lyoto ha un ottimo tempismo e combatte bene, per cui penso che chi colpirà per primo vincerà. Vedremo se sarà una lotteria o no. In ogni caso credo che sarà uno dei migliori incontri di sempre nell’UFC
Molte persone dicono che Machida sia imbattibile.
No, no. Nessuno è imbattibile. Ci sono molti ottimi fighters nel mondo e non credo che esista il miglior fighter in assoluto.
Cosa ti aspetti dalla tua carriera adesso? Per quanto tempo i tuoi fans ti vedranno combattere?
Voglio affrontare i migliori e so che combatterò contro i migliori. Anche per via di quanto mi pagano, non mi metteranno contro il primo che capita. Voglio combattere contro i migliori, insegnare il mio metodo di allenamento, aiutare i fighters brasiliani che hanno bisogno di venire negli Stati Uniti. Voglio offrire loro il mio benvenuto qui. Voglio creare campioni, far crescere il mio team. Grazie a Dio, nelle MMA ci sono ancora molte aree da esplorare, ma non voglio che questo lavoro interferisca con la mia carriera all’interno dell’ottagono. Non succederà, riunirò il mio camp per iniziare ad allenarmi per il mio prossimo incontro. Vedrò cosa vuole l’UFC da me, ma voglio continuare ad offrire uno show ai miei fans. Questo è quello che mi da le giuste motivazioni per andare avanti. Ho visto quello che l’UFC è diventato nel mondo. E’ come la finale dei mondiali di calcio, e questo mi motiva ancora di più.