Anderson Silva non è l’unico campione UFC ad aver ricevuto delle critiche di recente.
Alcuni fans, a seguito della vittoria per Decisione Unanime ai danni dell’inglese Dan Hardy all’UFC 111, hanno infatti puntato il dito verso il re dei pesi welter UFC George Saint Pierre.
A detta di questi appassionati, il canadese non avrebbe fatto abbastanza contro un avversario nettamente inferiore: secondo loro, GSP invece di controllare il match a terra per 5 round in quello che è sembrato un match di lotta, avrebbe dovuto dimostrare più coraggio scambiando anche in piedi con Hardy.
Gsp ha risposto dicendo che ha cercato in tutti i modi di chiudere l’incontro prima del limite e che è difficile accontentare tutti i fans: “Secondo me ci sono due tipologie di fans: ci sono quelli che vogliono vedere soltanto una rissa scatenata tra due persone, e quelli che conoscono lo sport e capiscono cosa sta succedendo durante un match. Ritengo che i fans del secondo tipo, quelli che apprezzano il lato tecnico delle MMA, apprezzeranno sempre un match come quello contro Hardy.”
Nel corso della sua carriera, St-Pierre si è dimostrato uno degli atleti più completi e dinamici nel panorama mondiale delle MMA, unendo ad uno striking molto tecnico e preciso, un’ottima tecnica nella lotta libera e nel grappling in generale.
Tuttavia i critici lo accusano, dopo la sconfitta ai danni di Serra, di aver parzialmente abbandonato lo striking per concentrarsi esclusivamente sul wrestling, adottando di conseguenza uno stile di combattimento meno rischioso che poco entusiasma alcuni fans, i quali lo accusano di essere diventato uno specialista nel “lay and pray” (un atleta che combatte con questo stile è un grappler che esita a cercare di chiudere l’incontro preferendo mantenere il controllo sulla posizione ottenuta a terra per arrivare ad una vittoria ai punti).
Secondo Gsp bisogna invece dare dei meriti anche agli avversari: “Il fatto è che non sempre l’incontro va nella direzione prevista. Per esempio nel mio ultimo match ho provato a finalizzare due volte Hardy, prima con un’armbar e poi con una kimura. Se fossi riuscito a chiudere l’incontro sono sicuro che non ci sarebbero state critiche. Quelli che adesso mi danno contro sono gli stessi che in quell’ipotetico scenario avrebbero detto: “Ottima vittoria, George è davvero il migliore” o altre frasi del genere. Per quello che è successo all’UFC 111 do molti meriti a Dan Hardy: stavo per sottometterlo ma lui ha fatto delle uscite da manuale, mentre io ho commesso alcuni piccoli errori tecnici che non mi hanno permesso di chiudere l’incontro. Ovviamente sono dispiaciuto, perchè cerco sempre di vincere il match prima del limite, ma a volte le cose non vanno tutte nel verso giusto. La prossima volta farò meglio.”
St-Pierre ha inoltre spiegato le motivazioni che lo hanno spinto a portare il match a terra per tutti i 25 minuti della durata della sfida titolata: “In questo sport nessuno è invincibile, c’è sempre la possibilità che l’avversario ti colpisca sul mento o che ti sottometta quando meno te lo aspetti. Riguardo al match contro Hardy, sapevo che la sua arma principale risiedeva nello striking. Avrei potuto scambiare in piedi con lui ma non sarebbe stata una scelta intelligente, perchè quando mi trovo di fronte un avversario voglio evitare di combattere dove lui è più forte e affrontarlo dove è più debole. Questo principio che ho appena esposto, nei secoli è stato utilizzato dall’uomo nelle battaglie, negli affari e in ogni campo dove c’è spazio per la competizione.”
Gsp una volta ancora si conferma un ottimo combattente a 360 gradi, dimostrando la grande importanza della strategia in un match di MMA: “Quando entri nella gabbia è molto importante ricordare che l’incontro non si combatte solo con i muscoli, bisogna usare il cervello. Bisogna arrivare al match con la giusta strategia e il corretto game plan.”