Certo!
Ora non ho tempo per buttare giù qualcosa, ma la questione è molto più delicata e complessa di quanto non si voglia credere.
nel periodo "primavera araba", o quando è inziiato il dramma siriano, la gente discuteva amabilmente di geopolitica ed ipotesi, saranno buoni o cattivi, chissà che succede ecc.
Sui media uncensored giravano già a decine i video di quello che accadeva, non come sui quelli ufficiali dove al massimo si vedeva qualche incruenta sparatoria da lontano.
Mentre si discuteva come trattare con Assad, si pensavano a varie bazzecole politiche, giravano decine di video di bambini spaccati a metà da mitragliate sparate a bruciapelo durante manifestazioni di ANZIANI e BAMBINI. Nonni disperati con i cadaveri del fratello e del nipote, visi di soldati glaciali che dopo le raffiche avanzavano compatti verso ciò che dei poveracci rimaneva.
Inoltre è di estremo interesse vedere i video di esecuzioni, sommarie o non, di punziioni di vario genere, di contesti bellici e di guerra civile più in generale.
sempre primavera araba, mentre i soliti media discutono di corbellerie, si vede come un anziano ed elegante signore, parlando con calma e compostezza, spezzi le gambe a bastonate di un presunto collaborazionista mentre spiega ad un paio di giovani aiutanti(che tengono fermo il punito) il perchè ed il per come si faccia una guerra civile e quali siano regole, doveri e responsabilità personali. Molto più in là della pietà, molto più normale.
La percezione che si ha della guerra, di ciò che comporta, di cos'è nella REALTA' deriva dall'osservazione del reale non dalle mille mugnette propinate da storici e giornalisti.
è un po' quello che succede parlando con un reduce, oppure leggendo le lettere/testimonianze dal fronte.
Ci si mette poco a capire cosa signifchino la disumanizzazione e la normalizzazione dell'orrore.
C'è un video molto lungo su di un'esecuzione di massa(8 soldati) perpetrata da parte dei ceceni nei confronti di giovani militari russi, esecuzione effettuata attraverso sgozzamento.
L'irrelatà del primo impatto diviene in poco tempo una manifestazione assoluta del reale, in cui barbuti combattenti in tuta da ginnastica si spiegano con fare tra il serio e l'impacciato come debbano essere branditi i loro coltelli alla rambo da 25 cm per recidere una carotide. Al ceceno che non prende la giugulare e si trova impacciato, il collega spiega rudemente ma efficamente dove e come si pianta la lama per fare a dovere ciò che è richiesto senza causare inutili sofferenze. Nessun battito di ciglia, nessun apparente disagio, solo la potenza di un atto, per loro, necessario e giusto più diqualsiasi altro.
E la realtà si manifesta nella silenziosa rassegnazione dei condannati, tra i quali soltanto uno sembra voler tentare una disperata fuga.
E lo sguardo dei ceceni che agiscono per il loro obiettivo, probabilmente giusto, ti arriva come una fucilata nella faccia e non ammette, in chi guarda, stupidi disorientamenti o voglia di dimenticare.
Uno, tra i mille esempi.
Ma comunque se avrò e avrete voglia dia ffrontare l'argomento, ci sono tante, ma tante cose da dire.