Judo in Giappone: Morti 114 ragazzini in 30anni

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ZioDanilo
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26/04/2013, 22:06

:shock:
Hundreds of children in Japan have suffered catastrophic injuries doing judo under school supervision. Over the past 30 years, 118 have died, and nearly 300 have ended up disabled or comatose.

The statistics have no parallel in other developed nations where the sport is popular. Officials at judo federations in both the United States and France said that while concussions had been common, there had been no known reports of deaths or traumatic brain injuries for young practitioners in recent decades.

The frequency of judo deaths in Japan concerned Ryo Uchida, an assistant professor at Nagoya University, who studies school safety. He was the first to compile the figures, based on school accident records from the Japan Sport Council.

Uchida’s study, published in 2009, tracked 108 deaths since 1983, the earliest data available, but did not include nonscholastic judo centers, whose injury rates were unknown.

“Because we were ignorant,” Uchida said, “the accidents kept happening.”One thing that led to this, he said, was “wrong coaching techniques” that push students too hard, which can make a sport with body contact and collision, like judo, lethal.

Yoshihiro Murakawa learned this when his 12-year-old nephew, Koji Murakawa, suffered a head injury in 2009 and died a month later. He had no idea Koji had been but one of numerous school judo casualties until he was contacted months later by Yasuhiko Kobayashi, whose son had been badly hurt doing judo at school.

Murakawa said he and Kobayashi had been “astonished” by Uchida’s study. This prompted them to start the Japan Judo Accident Victims Association in March 2010.

“The problem is that instructors are ignorant about safety issues,” said the aunt of a dead Judoka said.

Dr. Robert Nishime, chairman of sports medicine for USA Judo, the sport’s federation, is a Japanese-American who has spoken to victims’ families. He said that the Japanese cultural trait of not giving up, called gaman, might explain why a concussion, which can be subtle, could be played down by the instructor or the child. The danger is that another head trauma soon after the initial injury can cause “second impact syndrome,” which can be devastating.

Murakawa would like Japan to implement a rigorous certification program for judo instructors like the one in France, which has the most registered judo practitioners in the world, 76 percent of whom are children.

When asked whether such a system could work in Japan, Yuichi Toshima, of the education ministry’s Sports and Youth Bureau, said it was unlikely because “it would entail too much administrative reform.” (He also expressed skepticism about the safety records of the United States and France.)

The ministry urges the Judo Federation to send qualified instructors to schools, he said, adding, “ultimately, it’s up to the principals who hire the instructors.”

But having a more qualified teacher might not have prevented what happened to Yasuhiko Kobayashi’s son, Taichi, now 23, whose head injury, which left him cognitively impaired, was at the hands of his own instructor.

In December 2004, the 15-year-old Taichi attended a judo class at his junior high school in Yokohama. According to a lawsuit brought by his parents, his instructor, an All-Japan champion, choked him during a sparring session until he fainted. Taichi came to and continued, but the instructor choked him again and threw him on the mat. Taichi stood up again but then collapsed. Paramedics found him in critical condition.

In the aftermath, Kobayashi said, a sympathetic faculty member told him that the school had lied in the accident report, claiming the injury had had nothing to do with judo. Kobayashi insisted that the principal correct the misinformation, and the family won its lawsuit in 2011, one of at least a dozen legal victories for victims’ families in the past four years.

Physically disciplining children is still widely accepted in Japan, especially by coaches and parents, who see it as a legitimate educational tool. Uchida, the school safety researcher, strongly objects to the practice.

“They call it corporal punishment,” he said, “but more precisely, it’s violence and abuse.”

Murakawa said he held the Judo Federation and the education ministry accountable for maintaining ignorance about judo’s dangers and for allowing a culture of abuse to go unchecked for so long.

“We Japanese are also to blame for this,” he added. “We have accepted violence and allowed it to keep happening.”
http://www.mixedmartialarts.com/news/43 ... -30-years/" onclick="window.open(this.href);return false;
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Ultima modifica di ZioDanilo il 26/04/2013, 22:08, modificato 1 volta in totale.

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ZioDanilo
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26/04/2013, 22:07

Era un simbolo affascinante della "japanese way of life", più del sumo, grassoni seminudi in lotta, più del sushi, più della obsoleta geisha e del samurai. Era il judo, sport nazionale giapponese, dal 1964 accreditato come sport olimpico. Ma ieri si è scoperto, in Giappone, che di judo si può anche morire. Un bambino di sei anni è morto durante un allenamento per emorragia cerebrale. Ieri il Tribunale di Osaka ha condannato l' allenatore, giudicato responsabile del decesso per aver ripetutamente sbattuto al tappeto l' allievo, a un' ammenda di circa 10mila euro. Lo scandalo per questa ridicola sanzione sta dilagando in tutto il Giappone, ne discutono i giornali e la televisione, c' è chi sostiene che si tratta di una sentenza storica perché è la prima volta in Giappone che un caso di morte nel corso di un allenamento di quello che viene considerato uno sport nazionale viene portato davanti a un tribunale penale, ma la maggioranza si domanda se la vita di un bambino vale davvero così poco. E gli altri 108 decessi che sono stati denunciati dal 1983 al 2009, tutti di ragazzi tra i 12 e i 17 anni? Sono stati passati sotto silenzio, ma adesso l' Associazione giapponese delle vittime dello judo ha intenzione di dare battaglia. Scrive il dottor Ryo Uchida del dipartimento di educazione fisica di Aichi: «Sono morti nel corso di 27 anni una media di quattro allievi di judo all' anno, questo è un dato cinque volte superiore a quello attribuibile alla pratica di qualsiasi altro sport. Circa il 65 per cento dei decessi è stato causato da lesioni cerebrali, la situazione è davvero grave nelle scuole del nostro paese». Ancora più grave sarà l' anno prossimo quando, per legge, l' insegnamento del judo diventerà materia obbligatoria in tutte le scuole (già lo è per l' esercito, il Corpo di difesa nazionale,e la polizia). Ma per dei bambini ha senso? Questo si domanda Yoshihirio Murakawa , uno dei fondatori dell' Associazione delle vittime il cui nipote di 12 anniè morto durante una lezione di judo. La madre aveva fatto presente all' istruttore che il ragazzino soffriva di asma ma, nonostante avesse dichiarato di sentirsi stanco, non gli fu permesso di riprendere fiato. Così cadde privo di coscienza e morì dopo un mese di coma. Per Murakawa bisognerebbe che la cultura del judo si liberasse dallo spirito militaresco, che gli allievi potessero far valere le loro ragioni di frontea istruttori che si comportano come sergenti con le reclute, insomma, che il judo tornasse alle sue origini, a essere cioè l' arte della cedevolezza, in cui il debole può vincere sul più forte, non quella tecnica che avvantaggia il più forte e il più pesante, quale la si pratica oggi in Giappone. Già, perché nel judo non si tiene conto delle categorie di peso, come sarebbe giusto, e così succede che istruttori adulti non riescano a calibrare le loro mosse nei confronti di allievi minorenni, proprio per una mancanza di abitudine ad affrontare la diversità fisica. Così anche la cultura del judo, così come si è evoluto dall' epoca in cui venne codificato dal Maestro Kano, agli inizi del secolo scorso, rischia di entrare in crisi in un Paese che ha eretto a mito quasi tutte le sue tradizioni ma che adesso si scopre più critico e vigile. Nessuno aveva mai osato trascinare in giudizio un istruttore di judo e così si mettono in discussione tanti principi ritenuti intoccabili, come per esempio l' enfasi sulla gerarchia in tutti i campi, dai ministeri alla scuola, dal mondo del sumo (già sotto attacco da anni) a quello del judo. Qui la gerarchia è quella dei Dan, dei colori delle cinture, un mondo anacronistico che garantisce un potere assoluto alla gerarchia degli istruttori che non saranno mai, come sostengono i critici, dei "maestri". Per il governo giapponese che, dopo Fukushima, ha pensato che per risollevare le sorti del paese sarà necessario a partire dal 2012 praticare obbligatoriamente almeno una forma di arte marziale nelle scuole, si preparano tempi duri: la contestazione non intende abolire il judo ma ridargli un volto umano, lo stesso che ha in Italia o in Francia dove, «se gli istruttori adottassero metodi militareschi simili a quelli giapponesi», così si legge su di un giornale di Osaka, «le palestre sarebbero vuote». Ma in Giappone c' è una spinta verso l' eccellenza in ogni ambito, non solo in quello sportivo ma anche scolastico e lavorativo: se gli istruttori di judo ne sono consapevoli al punto da richiedere in allenamento e da chiunque, piccolo grande o asmatico, il di più, non ne sono esenti nemmeno le madri, chiamate "mamme tigri". Una mentalità che forse oggi si sta sgretolando sotto tanti colpi, uno più basso dell' altro. Povero Giappone, poveri noi. Anche se non diciamo cosa succederebbe, in Italia o in Francia, se con 10mila euro si pagasse la vita di un bambino, alla faccia del «deplorabile ma inevitabile incidente» come ha sostenuto ieri la difesa anacronistica,a dir poco, dell' istruttore di Osaka.
http://ricerca.repubblica.it/repubblica ... -mito.html" onclick="window.open(this.href);return false;
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zelard
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27/04/2013, 17:41

Mio Dio....che botta tremenda per il judo....vediamo che succede adesso.....

partendo però dal presupposto che in giappone, terra mistica e quasi fuori dal mondo per tradizione cultura leggi ecc, è sempre stato borderline, per l'epoca moderna, sulla metodica di insegnamento e disciplina delle proprie arti marziali! Se si va ad indagare anche sul karate non è da meno, e anche sulle frstture lussazione ecc per quanto riguarda l'aikido!!!
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Kiichi Miyazawa
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27/04/2013, 17:57

Grazie mille per l'articolo e la traduzione zio... Che dire... Il judo di cui si parla nell'articolo è quello scolastico a livello giovanile: lì la vigilanza spetta agli istituti scolastici a mio avviso, così come il richiamare i tecnici all'uso di metodi più umani. Comunque sia lì è una attività di massa, sicuramente in tale diffusione il numero di tecnici cani è notevole, sono certo che gli allenatori davvero bravi e competenti non hanno mai ucciso uno studente asmatico forzandolo ad allenamenti che non è in grado di sopportare.
Ma comunque mi torna in mente il triste modo di dire secondo cui un morto è una tristezza, molti morti sono una statistica, 108 decessi in 26 anni, su centinaia di migliaia di praticanti: dispiace per le vittime, ma non è una quantità significativa. Anche perchè probabilmente buona parte di loro (se non la maggior parte) era predisposta a certi problemi e sarebbe morta anche facendo altri sport.
Sarei curioso di vedere in Italia quanti giovani atleti muoiono su un campo da calcio, o nelle ore di educazione fisica\attività motoria scolastica\intervallo in cortile; in particolare la prima statistica che parla di uno sport che in Italia è praticato da centinaia di migliaia di giovani non credo si discosterebbe troppo da quella sul judo in Giappone, non metterei certo in croce il calcio per questo.
Questi articoli sono toccanti perchè trattano di bambini (un adulto sa bene che sul tatami si può anche morire), ma l'emotività non deve distoglierci dall'analizzare bene tutta la situazione.
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27/04/2013, 18:10

La verità è che lo sport si pratica perchè fa bene alla salute e morire in allenamento secondo me non è concepibile , diverso è il caso della competizione di qulasiasi sport dove il rischio è ben diverso , ovviamente come dice kiichi è sbagliato mettere in croce uno sport , non avrebbe senso , quello che bisogna attenzionare è la negligenza o l'imperizia degli allenatori insegnanti che causano o permettono questi eventi , bisogna mettere loro in croce secondo me ....
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27/04/2013, 18:16

Si, concordo con l'analisi di Kiichi
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truman
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27/04/2013, 18:24

Questi dati sono impressionanti anche se andrebbero parametrati al numero di praticanti che in Giappone suppongo siano tantissimi (forse addirittura milioni di studenti). Bisogna anche tenere in considerazione che per cultura i giapponesi hanno molto pudore nell'ammettere il dolore. Può essere che l'allievo anche se si sente male continui ad allenarsi per compiacere il maestro. Quindi cardiopatici o asmatici che in altre culture chiederebbero di fermarsi li continuano ad allenarsi rendendo critica la loro situazione.
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Kiichi Miyazawa
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27/04/2013, 20:04

truman ha scritto: Questi dati sono impressionanti anche se andrebbero parametrati al numero di praticanti che in Giappone suppongo siano tantissimi (forse addirittura milioni di studenti). Bisogna anche tenere in considerazione che per cultura i giapponesi hanno molto pudore nell'ammettere il dolore. Può essere che l'allievo anche se si sente male continui ad allenarsi per compiacere il maestro. Quindi cardiopatici o asmatici che in altre culture chiederebbero di fermarsi li continuano ad allenarsi rendendo critica la loro situazione.
Verissimo, è gli studenti hanno un atteggiamento del tutto simile anche verso le materie normali, vanno a scuola anche ammalati ecc..
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28/04/2013, 18:09

si in generale i giapponesi hanno un senso dell'onore e della disciplina decisamente spiccato...è pur vero che nn bisogna cadere nel qualunquismo e generalizzare!!
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Wesley Sneijder 88
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28/04/2013, 19:50

Kiichi Miyazawa ha scritto: Grazie mille per l'articolo e la traduzione zio... Che dire... Il judo di cui si parla nell'articolo è quello scolastico a livello giovanile: lì la vigilanza spetta agli istituti scolastici a mio avviso, così come il richiamare i tecnici all'uso di metodi più umani. Comunque sia lì è una attività di massa, sicuramente in tale diffusione il numero di tecnici cani è notevole, sono certo che gli allenatori davvero bravi e competenti non hanno mai ucciso uno studente asmatico forzandolo ad allenamenti che non è in grado di sopportare.
Ma comunque mi torna in mente il triste modo di dire secondo cui un morto è una tristezza, molti morti sono una statistica, 108 decessi in 26 anni, su centinaia di migliaia di praticanti: dispiace per le vittime, ma non è una quantità significativa. Anche perchè probabilmente buona parte di loro (se non la maggior parte) era predisposta a certi problemi e sarebbe morta anche facendo altri sport.
Sarei curioso di vedere in Italia quanti giovani atleti muoiono su un campo da calcio, o nelle ore di educazione fisica\attività motoria scolastica\intervallo in cortile; in particolare la prima statistica che parla di uno sport che in Italia è praticato da centinaia di migliaia di giovani non credo si discosterebbe troppo da quella sul judo in Giappone, non metterei certo in croce il calcio per questo.
Questi articoli sono toccanti perchè trattano di bambini (un adulto sa bene che sul tatami si può anche morire), ma l'emotività non deve distoglierci dall'analizzare bene tutta la situazione.
108 decessi nella fascia 12/17 anni in 26 anni in un solo stato è un dato spaventoso.
se non partite dal presupposto che è una cifra molto alta non se ne può neanche discutere.
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Kiichi Miyazawa
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28/04/2013, 20:50

Wesley Sneijder 88 ha scritto:
Kiichi Miyazawa ha scritto: Grazie mille per l'articolo e la traduzione zio... Che dire... Il judo di cui si parla nell'articolo è quello scolastico a livello giovanile: lì la vigilanza spetta agli istituti scolastici a mio avviso, così come il richiamare i tecnici all'uso di metodi più umani. Comunque sia lì è una attività di massa, sicuramente in tale diffusione il numero di tecnici cani è notevole, sono certo che gli allenatori davvero bravi e competenti non hanno mai ucciso uno studente asmatico forzandolo ad allenamenti che non è in grado di sopportare.
Ma comunque mi torna in mente il triste modo di dire secondo cui un morto è una tristezza, molti morti sono una statistica, 108 decessi in 26 anni, su centinaia di migliaia di praticanti: dispiace per le vittime, ma non è una quantità significativa. Anche perchè probabilmente buona parte di loro (se non la maggior parte) era predisposta a certi problemi e sarebbe morta anche facendo altri sport.
Sarei curioso di vedere in Italia quanti giovani atleti muoiono su un campo da calcio, o nelle ore di educazione fisica\attività motoria scolastica\intervallo in cortile; in particolare la prima statistica che parla di uno sport che in Italia è praticato da centinaia di migliaia di giovani non credo si discosterebbe troppo da quella sul judo in Giappone, non metterei certo in croce il calcio per questo.
Questi articoli sono toccanti perchè trattano di bambini (un adulto sa bene che sul tatami si può anche morire), ma l'emotività non deve distoglierci dall'analizzare bene tutta la situazione.
108 decessi nella fascia 12/17 anni in 26 anni in un solo stato è un dato spaventoso.
se non partite dal presupposto che è una cifra molto alta non se ne può neanche discutere.
4 ogni anno su centinaia di migliaia di giovani praticanti a me non pare affatto spaventoso, per capire meglio l'entità della cosa ci vorrebbero statistiche sul altri sport e altre nazioni. Sarebbbe anche utile sapere il trend, cioè se nel tempo il dato anno per anno cambia.
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28/04/2013, 22:32

Kiichi Miyazawa ha scritto:

4 ogni anno su centinaia di migliaia di giovani praticanti a me non pare affatto spaventoso
Alla faccia! Senza tenere conto dei paraplegici o dei feriti gravi... non so esattamente quanti morti faccia la boxe negli stati uniti ogni anno, ma qui si sta parlando di bambini. è da matti considerare una statistica così alta (si parla di sport per bambini, non incidenti stradali) normale.
il problema c'è, i giapponesi (da ammirare su più fronti) sono sicuro che troveranno il modo di rimediare, però la cifra è alta.
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28/04/2013, 22:37

http://www.corrieredellosport.it/notizi ... 2830.shtml" onclick="window.open(this.href);return false;

va preso con le pinze ma dà un idea... 500 pugili morti in più di 100 anni. in tutto il mondo, mica solo in giappone.

la cifra è più alta secondo me, ma il pugilato è uno sport oggettivamente pericoloso e qui si parla di adulti, mica di bambini a scuola.
spero che renda comunque l'idea... di sport non si dovrebbe morire mai, però le disgrazie succedono... 4 bambini morti all'anno in una sola nazione (civilizzata) non è una disgrazia, è demenza.
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28/04/2013, 23:41

D'accordissimo con te wesley ...
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30/04/2013, 18:20

la verità sta nel mezzo, purtroppo quando c'è in mezzo una tradizione è dura cambiare le cose, vedi incontri di thai in Tailandia tra bambini, ma lo sport deve evolversi
è vero anche che molti dei bambini che muoiono erano predisposti a certi problemi, e l'orgoglio dei giapponesi "impone" di andare avanti sempre fino alla fine

io penso che in certi sport c'è un pericolo "di fondo" che non puoi eliminare, si può cercare di limitarlo più possibile ma la disgrazia purtroppo capita..
ci sono poi opinioni diverse su come dev'essere uno sport, nel senso: se io faccio thai anche a livello amatoriale voglio potermi comunque allenare duramente e andare a casa distrutto, però io sono un adulto, scelgo la palestra dove voglio allenarmi...
penso che sport come judo (ma anche ad eesmpio rugby o motociclismo) praticati in maniera agonistica sono duri e, pur limitando più possibile il rischio di farsi male, rimangono pericolosi
a mio parere bisogna distinguere il più possibile la pratica di uno sport che devono praticare tutti a scuola o a livello agonistico, non può essere neanche simile il metodo di allenamento
si spera che chi pratica sport a livello agonistico sa a cosa va incontro, e soprattutto ha visite mediche adeguate...
con questo non voglio giustificare allenatori folli che ci sono in molti sport

pensate che Eddy Merckx, il ciclista più forte di tutti i tempi, con i controlli medici attuali non avrebbe potuto correre in bici in maniera agonistica
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Krazypoison
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30/04/2013, 18:34

La cosa assurda è che il Judo nasce come disciplina per permettere a giovani e non di allenarsi al pieno senza rischi per la salute.
Ho fatto Judo per alcuni anni ed è, per mia esperienza, un' AM fantastica che sviluppa corpo e mente senza rischi.
Farei fare Judo ad un mio ipotetico figlio con grande serenità.
Il problema deve essere in queste "scuole", dove evidentemente si fa un Judo che tutto è meno che quello che dovrebbe essere.
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02/05/2013, 17:08

Krazypoison ha scritto: La cosa assurda è che il Judo nasce come disciplina per permettere a giovani e non di allenarsi al pieno senza rischi per la salute.
Ho fatto Judo per alcuni anni ed è, per mia esperienza, un' AM fantastica che sviluppa corpo e mente senza rischi.
Farei fare Judo ad un mio ipotetico figlio con grande serenità.
Il problema deve essere in queste "scuole", dove evidentemente si fa un Judo che tutto è meno che quello che dovrebbe essere.

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