Ho notato il tuo post su GI, Krazy.
Vi posto l'ultima caxxata di De Franco, che mi piace davvero poco dato che offende abbastanza uno che per me è stato un grandissimo sportivo.
Qualora la temperatura del vostro corpo risulti ancora tollerabile, vi posto questo grazioso articolo del 2007 che susciterà in voi meccanische oscillazioni neuronali e garantiranno acuti stordimenti!
(l’incredibile) Luca De Franco
Venerdí 19.10.2007 13:00
(original-nosense-link:
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Due uomini che si affrontano senza esclusione di colpi e senza pietà, che non si fermano neppure quando finiscono al tappeto. Sembra il famigerato Ultimate Fighting Championship, invece è lo Shooto. Questo tipo di combattimento è nato in Giappone negli anni ottanta, lo ha ideato un uomo che è diventato una leggenda del wrestling: Satoru Sayama, famoso nel mondo intero per essere stato il primo a dar vita al personaggio di Tiger Mask. Prima di dedicarsi al wrestling, Sayama aveva praticato varie arti marziali, tra cui la terribile boxe thailandese. Quest’ultima, era la più completa forma di combattimento fino all’avvento dello Shooto.
Erik Paulson, stella dello shooto
Nella thai boxe, infatti, è consentito colpire l’avversario con pugni, calci, gomitate, ginocchiate, afferrarlo e scaraventarlo al suolo (in quel momento, però, bisogna interrompere l’azione). Sayama aveva imparato la thai boxe dal mitico Toshio Fujiwara, il primo giapponese capace di battere i thailandesi nel loro sport, a casa loro (la storia dimostrerà che è stato anche l’unico). Sayama amava tanto lo scontro fisico da rendere molto realistici gli incontri di wrestling; lo svolgimento era coreografato, l’esito predeterminato, ma i suoi calci andavano a segno sul serio. Una volta, frantumò le costole di un avversario colpevole di aver provato a fare il bullo con lui. In pratica, Sayama venne colpito a potenza piena e reagì con una serie di violentissimi calci al bersaglio grosso.
Questo temperamento, unito al suo amore per il realismo, lo rese inviso a molti personaggi del wrestling. Sayama li ripagò scrivendo un libro in cui parlava malissimo di loro e rivelava che il wrestling era solo un spettacolo preconfezionato. Abbandonato il wrestling, Sayama cercò di mettere in pratica la sua idea di combattimento totale. Nel giugno del 1986, a Tokyo, organizzò il primo evento di Shooto. Il termine deriva dal verbo inglese Shoot (sparare), giusto per far capire che i combattenti vogliono farsi fuori a vicenda. A volte, qualcuno prova sul serio a far fuori l’avversario. Forse per la foga, per essere stati colpiti duramente, per la rabbia degli insulti ricevuti prima del match, ma ci sono atleti che continuano a picchiare l’avversario anche quando è già ko (devono intervenire i secondi a fermarli). Questa ferocia, non si vede nemmeno nei combattimenti in gabbia. Proprio la gabbia è la principale differenza tra lo Shooto e l’UFC. Nello Shooto, si combatte su un ring simile a quello del pugilato. Nell’UFC, la gabbia delimita uno spazio ottagonale. Per il resto, l’UFC ha copiato dallo Shooto. L’UFC è nato nel 1993, dopo che lo Shooto aveva riscosso per sette anni il favore del pubblico giapponese. Gli americani hanno migliorato un format esistente, aggiungendo molto show-biz e trasformando i campioni in personaggi.
Infatti, gli atleti americani hanno sempre preferito l’UFC allo Shooto. L’eccezione è rappresentata da Erik Paulson, l’unico americano che è riuscito a diventare campione del mondo di Shooto, nella categoria dei pesi mediomassimi.
Qualche anno fa, Paulson è stato in Italia per insegnare lo Shooto ai praticanti di arti marziali. Ce ne parla l’organizzatore di quel tour, Roberto Bonomelli: “Sono anni che vado in California, ad allenarmi con il leggendario Dan Inosanto. Nella sua palestra, si pratica anche lo Shooto. Lo insegna Yorinaga Nakamura, un allievo di Satoru Sayama. Pure Erik Paulson frequentava la Inosanto Academy e ci siamo conosciuti. Quando gli ho proposto di venire in Italia, ha accettato con entusiasmo. Siamo stati a Milano, Torino e Roma. Gli è piaciuto tanto il nostro paese che vuole tornare.” Anche per queste iniziative promozionali, lo Shooto è più famoso in Italia di quello che si pensa. I quotidiani non ne parlano, ma i praticanti delle palestre sanno benissimo chi sono Satoru Sayama ed Erik Paulson.
