L’evento inaugurale della federazione PRIDE FC si tenne nell’ottobre del 1997. L’incontro principale della serata fu un match tra il leggendario Rickson Gracie, cintura nera di Brazilian Jiu Jitsu, e il Pro Wrestler giapponese Nobuhiko Takada.
Questo primo show diede vita allo standard per i successivi eventi targati PRIDE. La combinazione di ottimi atleti e produzione con scenari mozzafiato risulterà infatti essere vincente.
47000 spettatori riempirono la Tokyo Dome Arena per vedere l’atleta più popolare della nazione scontrarsi con il campione della famiglia Gracie. Rickson riuscì a battere Takada con un armbar nei primi 5 minuti del match. Il clamoroso successo dell’evento di debutto della federazione annunciava che il PRIDE sarebbe tornato. Renzo Gracie definì il PRIDE 1 “Il perfetto evento di MMA”.
Negli show successivi, PRIDE continuò ad attirare moltissimi spettatori e alcuni dei migliori atleti al mondo.
Al PRIDE 2, un’altro famoso Pro Wrestler giapponese fece il suo debutto nella federazione: stiamo parlando di nientemeno che Kazushi Sakuraba. A differenza di Takada, Sakuraba dimostrò di essere una vera forza nelle competizioni di MMA, sottomettendo Vernon White nel terzo round. Il giapponese si guadagnò fama e rispetto in patria partecipando a tutti gli 8 successivi eventi PRIDE vincendo tutti i match, nonostante spesso e volentieri si scontrasse con atleti più grossi e pesanti di lui.
Sakuraba affrontò Royler Gracie al PRIDE 8. Durante il match riuscì ad assicurare il braccio di Royler in una leva articolare (Kimura), ma il brasiliano rifiutò di battere, e quindi arrendersi, fino all’intervento dell’arbitro che interruppe l’incontro. Questo fatto alimentò la rivalità tra Sakuraba e la famiglia Gracie.
I numerosi successi di Sakuraba contro la famiglia brasiliana gli valserò il soprannome di “Gracie Hunter”, vale a dire “Cacciatore di Gracie”.
Mentre L’UFC annaspava per via di alcuni errori manageriali e continui attacchi da parte di politici come John McCain, PRIDE firmò un ottimo accordo televisivo in Giappone che permise alla federazione di firmare molti dei migliori combattenti al mondo.
Nel 2000, dopo 8 eventi di successo, si tenne il primo Grand Prix PRIDE. Lo scopo dell’evento era quello di determinare il migliore fighter al mondo. Parteciparono al torneo atleti del calibro di Gary Goodridge, Mark Coleman, Kazushi Sakuraba, Igor Vovchanchyn, Mark Kerr e Royce Gracie.
La seconda fase del torneo fu il primo evento PRIDE che venne trasmesso anche negli USA. Questo show presentava, fra gli altri, uno dei match più attesi nella storia delle MMA: lo scontro tra Royce Gracie e Kazushi Sakuraba. Royce chiese regole speciali per l’incontro (su tutte la regola di non avere limiti di tempo per il match), che permisero agli spettatori di assistere ad un’epico scontro della durata di 90 minuti ( 6 round da 15 minuti ), dopo i quali si assistette ad uno storico momento delle MMA. Per via dei numerosi low kicks subiti, Royce non era più in grado di camminare e il suo angolo fu così costretto a gettare la spugna, decretando la prima sconfitta sul ring dell’indiscusso campione delle prime edizioni UFC.
Nel frattempo Igor Vovchanchyn, ai tempi detentore di un record di 33 vittorie e una sola sconfitta, stava distruggendo tutti gli avversari che incontrava sul suo cammino con una serie di brutali KO.
Dall’altra parte del tabellone del torneo, Mark Coleman stava dominando tutti gli avversari grazie alla sua abilità nella lotta. Coleman sconfisse Shoji per guadagnarsi il posto nella finale del torneo. Nella’altra semifinale si affrontavano Sakuraba e Vovchanchyn. Questo match decretò la prima sconfitta di Sakuraba in un evento Pride, il giapponese stremato per la battaglia sostenuta in precedenza contro Royce Gracie, fu costretto ad abbandonare l’incontro dopo il primo round da 15 minuti. Vovchanchyn approdò così in finale.
Il match conclusivo non aveva anch’esso limiti di tempo e vide il successo di Mark Coleman su Vovchanchyn, l’americano usò la sua abilità nella lotta per assicurarsi una posizione Nord-Sud di controllo e riuscì a sconfiggere Igor con una serie di devastanti ginocchiate che costrinsero il russo ad arrendersi.
Nell’intervista dopo l’incontro Coleman disse: “Mi sento l’uomo più fortunato al mondo!”. Il campione UFC affermò che vincere il PRIDE GP fu il più grande risultato della sua carriera.
Dopo il torneo molti dei migliori atleti delle classi più pesanti si ritrovarono a combattere nel PRIDE. Il PRIDE veniva generalmente considerato, anche dai fans americani, la migliore organizzazione di MMA al mondo.
Nei successivi tre anni , molte delle attuali stelle del panorama MMA conquistarono fama a livello mondiale, campioni come Wanderlei Silva, Dan Henderson, Ricardo Arona, Quinton “Rampage” Jackson, Antonio Rodrigo “Minotauro” Nogueira e Fedor Emelianenko diventarono protagonisti degli eventi PRIDE.
Al PRIDE 10 Sakuraba, che nel frattempo era divenuto un vero e proprio idolo in Giappone, affrontò Renzo Gracie in un’incontro che ebbe una conclusione memorabile. Sakuraba si assicurò una Kimura e, come fecero Helio e Royler prima di lui, Renzo rifiutò di arrendersi.
Di fronte all’impossibilità di sfuggire alla leva di Sakuraba, il brasiliano rimase impassibile ad assistere alla rottura del suo braccio. Dopo l’incontro Renzo affermò: “Molte persone cercano delle scuse dopo una sconfitta. Io ne ho solo una. Lui è stato migliore di me questa notte”.
Sakuraba fu però presentato alla successiva generazione di atleti MMA quando incontrò Wanderlei Silva. Sakuraba arrivò all’incontro da grande favorito ma Wanderlei vinse per KO tecnico in meno di due minuti.
Fino a questo momento il PRIDE non aveva ancora una cintura da campione – molti parlano della “Saku Belt” (Cintura di Saku) riferendosi ai primi anni del PRIDE, una cintura mai realmente esistita ma che virtualmente stava sul ventre di Sakuraba, indubbiamente il migliore combattente dei primi anni dell’organizzazione – fino a quando nel 2001 non si decise di avere 2 cinture: una per i pesi massimi ( da 93 kg in su senza limiti massimi di peso) e una per i pesi medi (fino a 93 Kg, corrispondente all’attuale categoria Light Heavy Weight UFC).
L’incontro per la cintura dei pesi medi vide una rivincita tra Sakuraba e Wanderlei Silva, Sakuraba si guadagnò la possibilità di combattere per il titolo dopo aver battuto con una rear-naked-choke Quinton “Rampage” Jackson.
Il secondo match tra i due fu molto più competitivo del primo, tuttavia Sakuraba si dovette arrendere alla fine del primo round per via di un infortunio alla clavicola, rottasi a seguito di un devastante atterramento effettuato dal brasiliano. Questo match diede ufficialmente inizio all’era di Wanderlei Silva.
Nel frattempo il match per il titolo dei pesi massimi vide affrontarsi Heath Herring e Antonio Rodrigo “Minotauro” Nogueira. Herring si guadagnò la possibilità di combattere per il titolo acquisendo un record di 5-1 nell’organizzazione. Tuttavia Nogueira dimostrò di essere un avversario troppo duro per Herring: il brasiliano vinse il match per decisione dopo 20 intensi minuti che videro scambi di colpi pesanti in piedi ed Herring riuscire con molte difficoltà ad evadere i tentativi di sottomissione di Nogueira.
Due Settimane dopo l’undici settembre 2001, Don Frye, una delle star più carismatiche del PRIDE, entrò nell’arena sventolando una bandiera americana. Le sue parole furono “Stavo portando la bandiera su un asta, nel modo giusto. Non ci si appoggia la bandiera sulle spalle come fa un dannato hippie.” I fan giapponesi mostrarono un’enorme rispetto verso l’atleta americano mentre entrava nel ring.
Frye arrivò all’incontro con una gamba infortunata, tuttavia tenne duro per 7 minuti fino a che il suo avversario non fu squalificato.
Frye avrebbe poi vinto il match successivo contro Ken Shamrock, un match arrivato dopo un lungo periodo di rancore tra i due, e quattro mesi dopo fu protagonista di uno degli incontri più violenti nella storia delle MMA. Frye affrontò Yoshihiro Takayama in una sfida durante la quale nessuno dei due combattenti era disposto ad indietreggiare un solo millimetro. La televisione giapponese registrò per quel match uno share di pubblico maggiore di quello fatto registrare dalla partita di calcio della nazionale Giapponese disputatasi in contemporanea.
Il campione dei pesi massimi Nogueira continuò a dominare la divisione per il successivo anno e mezzo e vendicò, battendo Dan Henderson, l’unica sconfitta subita in carriera.
Nel 2002 PRIDE stipulò un accordo di partnership con la federazione K-1. L’evento, chiamato Shockwave, attirò un pubblico di più di 90mila persone. In un’incontro dalla grande carica emotiva, Nogueira dovette affrontare Bob Sapp, atleta che pesava circa 50 kg più del brasiliano. Sapp colpì ripetutamente Nogueira per gran parte del match, tanto che durante lo stesso uno dei commentatori affermò: “Non importa quanta esperienza un uomo possa avere, non si può riuscire a vincere contro quel tipo di potenza”
Tuttavia Nogueira riuscì in qualche modo a resistere fino ad arrivare a sottomettere Bob Sapp nel secondo round. Nogueira diventò subito un idolo in Giappone e con un record senza sconfitte da vendicare, il brasiliano appariva inarrestabile.
Molte domande sorsero nel 2003, quando il presidente del PRIDE fu trovato morto nella sua camera d’albergo. Alcune voci affermavano che ci fosse un coinvolgimento della Yakuza dietro la sua morte.
Nella divisione dei pesi medi, Wanderlei Silva stava sconfiggendo ogni sfidante, sfruttando al meglio le regole delle federazione giapponese che permettevano l’uso di ginocchiate, “soccer kicks” e “stomps” verso la testa di un avversario a terra. Dopo undici match, Wanderlei era ancora imbattuto.
Per dare a Silva la sfida della quale aveva bisogno, la federazione decise così di dare vita ad un nuovo Grand Prix.
Durante questo periodo di tempo , l’UFC era stata acquisita dalla Zuffa e si era stabilita come la prima organizzazione di MMA negli USA. Il presidente dell’UFC Dana White voleva dimostrare al mondo che i migliori fighters combattevano nell’UFC e non nel PRIDE, come dicevano le voci degli ultimi anni, così inviò il miglior peso medio della sua organizzazione, Chuck Liddell, a combattere nel torneo. Dana White era convinto nelle possibilità del suo atleta tanto che dichiarò “Chuck Liddell vincerà!”. White fece anche una scommessa di 20mila $ con Sakakibara, il nuovo presidente del PRIDE, affermando che Chuck avrebbe battuto Wanderlei. Tutte queste polemiche attirarono grande interesse da parte dei fans ed in finale tutti attendevano il match tra Silva e Liddell.
Wanderlei sconfisse Sakuraba, per la terza volta, e la medaglia d’oro di Judo Hidehiko Yoshida, per assicurarsi un match nella finale.
Dall’altra parte del tabellone Chuck avrebbe dovuto guadagnarsi l’accesso alla finale affrontando Alistair Overeem prima e Quinton Jackson poi.
Le cose però non andarono come si auguravano i tifosi: Liddell fu infatti sconfitto da Jackson nel secondo round, durante il quale il suo angolo decise di gettare la spugna a causa della posizione dominante e dei devastanti pugni al corpo sferrati da Rampage.
Jackson e Silva si incontrarono così in finale: dopo essere stato atterrato Wanderlei riuscì a vincere per TKO al primo round e diventò il campione del PRIDE Middle Weight GP 2003, continuando a dominare la divisione.
I due is incontrarono ancora nell’autunno del 2004 e, nonostante Rampage la seconda volta disputò un miglior incontro mettendo più volte in difficoltà il brasiliano, Wanderlei riuscì ugualmente a vincere con un brutale KO nel corso della seconda ripresa.
Nella divisione dei pesi massimi, lo sfidante numero al titolo era un Russo dal fisico non impressionante che si era guadagnato la possibilità di combattere per la cintura dopo aver vinto dominando i match contro Semmy Schilt e Heath Herring.
Fedor Emelianenko, ai tempi dato come sfavorito, scioccò il mondo delle MMA sconfiggendo Nogueira. Il russo passò la maggior parte dell’incontro nella guardia del maestro di Brazilian Jiu Jitsu, tuttavia invece di venire sottomesso, come accaduto ai precedenti avversari del brasiliano, punì costantemente Nogueira con colpi devastanti in ground and pound.
Fedor Emelianenko divenne così il nuovo re dei pesi massimi.
Durante il 2003 PRIDE diede anche vita ai primi eventi BUSHIDO. Questi shows avevano regole leggermente differenti da quelle degli eventi tradizionali: le regole furono infatti create per avere incontri dal ritmo più veloce. Ogni match aveva solo due round, il primo da 10 minuti e il secondo da 5. Lo standard del PRIDE a quel tempo prevedeva un primo round da 10 minuti e due ulteriori round da 5 minuti ciascuno.
Le card degli eventi includevano alcuni dei migliori talenti emergenti del PRIDE. Alcuni dei migliori fighters al mondo consolidarono il proprio nome grazie agli show Bushido, su tutti spiccano i nomi di Takanori Gomi e Mauricio “Shogun” Rua.
La federazione chiuse il 2003 con il botto, iniziando la tradizione di avere una card di fine anno ricca di talenti di primo piano chiamata “Shockwave”.
Nel 2004 si tenne il Grand Prix dei pesi massimi. Atleti da tutto il mondo entrarono a far parte del torneo che vide comunque Fedor e Nogueira affrontarsi in finale.
Fedor riuscì a sconfiggere ancora una volta Nogueira diventando così il Campione del 2004 HW GP e mantenendo la cintura di campione dei pesi massimi.
Fedor continuò così il suo dominio sulla migliore divisione di pesi massimi al mondo.
Il russo dimostrò una tale superiorità in tutti gli incontri disputati che non solo cementò il suo status di migliore peso massimo MMA al mondo, ma addirittura iniziò ad essere considerato da molti il miglior combattente MMA di tutti i tempi.
I suoi unici mezzi passi falsi arrivarono contro Fujita e Randleman.
Fujita colpì Fedor alla tempia con un potentissimo destro e Fedor barcollò vistosamente in piedi. Emelianenko riuscì comunque a riprendersi e a mettere KO Fujita per poi finirlo rapidamente grazie ad uno strangolamento.
Contro Randleman subì uno spettacolare supplex, ma ne uscì indenne e riuscì a ribaltare la situazione, tanto che poco dopo Randleman si arrendeva alla kimura di Fedor.
La carta Shockwave del 2004 fu fantastica. Vi presero parte 9 fra campioni ed ex campioni PRIDE o UFC, e ci furono incontri davvero memorabili. Tra questi la vittoria a sorpresa di Ryo Chonan su Anderson Silva e la battaglia di Wanderlei Silva contro il peso massimo Mark Hunt, dopo 3 round di intensi scambi vinse il Neozelandese per Split Decision.
Il prossimo Grand Prix Pride avrebbe interessato ancora la divisione dei pesi medi. Molti affermano che, in tutta la storia delle MMA questa sia stato il torneo con il maggior numero di campioni coinvolti.
Il compagno di allenamento di Wanderlei Silva presso la Chute Boxe Academy, Mauricio “Shogun” Rua, arrivò al torneo in sordina e nessuno pensava avrebbe fatto molta strada nella competizione. Shogun smentì tutti conquistandosi un posto in finale battendo in maniera convincente Quinton Jackson, Antonio Rogerio Nogueira e Alistair Overeem. In finale lo aspettava Ricardo Arona, il quale aveva sconfitto Wanderlei Silva quella stessa sera. Shogun dominò la finale vincendo per Tko al primo round e venne incoronato campione del PRIDE 2005 MW GP. In cinque mesi Shogun passò dall’essere una giovane promessa all’ essere uno dei migliori pesi medi al mondo.
La stessa sera che Shogun fu incoronato campione, Fedor affrontò una delle sfide più dure della sua carriera contro Mirko “Cro Cop” Filipovic. Ciononostante Emelianenko dimostrò la sua grande versatilità vincendo ogni round del match e tenendo testa al croato anche durante le fasi di combattimento in piedi.
Il settimo evento Bushido, tenutosi nel 2005, cambiò la tradizione portata avanti fino a quel momento. Gli eventi Bushido passarono dall’essere una vetrina per giovani promesse, a diventare lo spazio dove potevano combattere le due classi di peso più leggere del PRIDE.
Bushido 9 conteneva il primo turno dei tornei destinati ai pesi Welter (fino a 83 KG) e ai pesi Leggeri (fino a 73 KG). Il vincitore del torneo avrebbe non solo ricevuto la cintura di campione del torneo ma anche quella di campione assoluto della categoria di peso.
Bushido 9 è considerato da molti fans uno degli eventi MMA più spettacolari di sempre: dopo una serata con 14 combattimenti accesissimi, Takanori Gomi e Hayato Sakurai avrebbero combattuto per la cintura dei pesi Leggeri, mentre Dan Henderson avrebbe affrontato Murilo Bustamante per la cintura dei pesi Welter.
I due incontri si disputarono durante l’evento Shockwave 2005, Gomi vinse per KO e Henderson ebbe la meglio su Bustamante per decisione. Nessuno dei due nuovi campioni avrebbe mai perso la sua cintura.
Nel 2006 ci fu il secondo Grand Prix aperto ad atleti provenienti da ogni categoria di peso. Con Fedor infortunato questa era l’occasione giusta per trovare un degno sfidante per la cintura del campione russo.
I tre eventi furono ricchi di ottimi incontri e vi presero parte grandi atleti come Wanderlei Silva, Mirko Cro Cop, Rodrigo Nogueira, Aleksander Emelianenko, Alistair Overeem, Fabricio Werdum e Josh Barnett.
Di seguito un video con alcuni highlights del torneo e la presentazione dei quattro atleti finalisti, nel quale si può gradire l’impareggiabile qualità del prodotto PRIDE:
Cro Cop si guadagnò il posto in finale grazie ad un brutale KO ai danni di Wanderlei Silva, mentre Barnett lo raggiunse superando Nogueira dopo un incontro molto equilibrato. Nel match finale Cro Cop vinse la sua prima cintura nelle MMA sconfiggendo per la terza volta in carriera Josh Barnett.
Purtroppo dopo il Pride OWGP 2006 la federazione giapponese perse il suo accordo con la televisione nazionale. La motivazione portata dalla TV parlava di una semplice rescissione contrattuale, tuttavia in molti affermarono che la vera causa fosse da ricercare nei presunti contatti dell’organizzazione PRIDE con la Yakuza.
Di seguito si può vedere un’immagine tratta da un fumetto giapponese che parla della vicenda
Senza un accordo televisivo, l’unica possibilità di sopravvivenza per la compagnia passava attraverso la vendita delle pay-per.view. Gli USA erano il più grande mercato mondiale per la vendita di ppv di eventi MMA, così PRIDE decise di lasciare il Giappone per la prima volta in nove anni e provare ad irrompere nel mercato statunitense.
Nel secondo Show americano, il campione dei pesi Welter Dan Henderson sfidò il campione dei pesi Medi Wanderlei Silva per la cintura.
Wanderlei aveva già battuto Henderson qualche anno prima ed arrivava da grande favorito all’incontro: tuttavia Silva non aveva ben recuperato la forma a seguito della sua partecipazione all’ OWGP 2006 – durante quel torneo era aumentato di peso per meglio fronteggiare i pesi massimi partecipanti- e venne sconfitto per Tko al terzo round. Dopo cinque anni di dominio, Wanderlei Silva perdeva la sua cintura e Dan Henderson diventava il primo atleta di sempre ad indossare le cinture PRIDE di due diverse categorie di peso contemporaneamente.
Nonostante l’ottima qualità dei due eventi tenutisi in america, il presidente del PRIDE Sakakibara annunciò che la sua compagnia era stata venduta ai proprietari dell’ UFC. Questa notizia eccitò molti fans delle MMA che erano estasiati al solo pensiero di poter finalmente vedere molti incontri tra stelle PRIDE e stelle UFC.
Sakakibara disse che lo scopo della vendita della sua compagnia era quello di essere sicuro che il ring del PRIDE, dove si disputarono numerosi momenti magici della storia MMA, non svanisse.
Disse anche ai tifosi giapponesi: ”Non abbiate paura, PRIDE sopravviverà.”
Il cooproprietario di Zuffa, Lorenzo Fertitta, affermò: “Non è una questione di affari, non è neanche una questione di soldi. Sono davvero felice di avere la possibilità di riunire queste due grandi organizzazioni insieme, Sono sicuro che vedremo altri magnifici eventi PRIDE e altrettanti magnifici eventi UFC.”
Dana White affermò: “Noi come organizzazione e PRIDE come organizzazione, trarremo beneficio da questo nuovo accordo, e sono certo renderemo felici anche i fans di tutto il mondo.”
Dodici giorni dopo che Sakakibara annunciò l’acquisizione di PRIDE da parte di Zuffa, si tenne l’ultimo evento dell’organizzazione, PRIDE 34.
Sei mesi dopo, Zuffa licenziò ogni impiegato operante per PRIDE.
Dana White disse: “Ho fatto tutto quello che potevo fare e non sono stato in grado di ottenere un accordo televisivo con PRIDE in Giappone. Credo che non ci vogliano laggiù, credo anzi che non vogliano me in Giappone.”
Dopo dieci anni di produzione di molti dei migliori eventi nella storia delle MMA, la PRIDE FC aveva così cessato di esistere.