Alexander Gustafsson torna a parlare delle voci legate ad un ritiro prematuro, dovuto al trend negativo nel quale l’ex title contender UFC era incappato prima di conquistare la vittoria su Jan Blachowicz
Alexander Gustafsson (17-4) non lascerà le MMA professionistiche nel breve periodo.
Nonostante le voci ventilate relativamente ad un ipotetico ritiro da parte del fighter svedese – reduce da un trittico di match molto dispendiosi dal punto di vista psicofisico – l’ex title contender dei light-heavyweight UFC ha chiarito quanto un’uscita dalle scene definitiva non rientri affatto nei propri piani.
A testimonianza della infondatezza dei rumors legati al possibile addio del boxeur nordico al mondo delle arti marziali miste è arrivato anche il recente annuncio del match che vedrà proprio Alexander Gustafsson opposto ad Antonio Rogerio Nogueira (22-7) in occasione di UFC Fight Night 100.
Teatro delle tanto agognate delucidazioni del forte atleta nordico sono stati i microfoni di MMA Hour, attraverso i quali The Mauler ha avuto modo di raccontarsi, tracciando un bilancio relativo agli anni recentissimi della propria carriera da combattente, passando dalla pesante sconfitta arrivata per mano di Anthony Johnson (22-5) ad UFC on FOX 14 alla vittoria conquistata in occasione di UFC Fight Night Amburgo, evento che ha sancito il ritorno alla vittoria da parte dello stesso Gustafsson, impostosi nel co-main event della serata su Jan Blachowicz (19-6) per decisione unanime.
Non ho mai pensato seriamente al ritiro. Il mio accenno a tale ipotesi è stato semplicemente frutto della delusione momentanea. Sono quelle frasi frutto dell’impulsività, quelle cose che si dicono in occasione di una sconfitta: d’altronde, ho pensato: ‘Ero vicinissimo al finalizzare Cormier, sono stato ad un passo alla vittoria, ma alla fine la vittoria è andata al mio avversario’. Ero arrabbiato, e magari ho sparato qualche fesseria senza pensarci più di tanto. Probabilmente sono stato frainteso, avrò detto qualcosa del genere quando in realtà la mia volontà stava semplicemente nel prendermi una pausa o robe simili.
In sintesi: nessun ritiro. D’altronde, sappiamo tutti come funzionano certe cose, uno sta lì a dire qualcosa e subito i media si preparano a propinarti un qualcosa di diverso, lontano dalla verità. Certo, l’annata vissuta non è stata tra le migliori, non ne faccio mistero. Sono stato mandato KO da Anthony Johnson in casa mia, a Stoccolma, e successivamente ho perso per decisione non unanime un incontro con Daniel Cormier valido per il titolo dei massimi leggeri. Ho accusato diversa pressione sulle mie spalle, sentivo il bisogno esasperato di vincere. Non importava se per decisione, KO o sottomissione, contava soltanto il risultato finale. Avevo bisogno di ripartire. In occasione del match contro Blachowicz ho preferito non correre rischi. Sapevo quanto Jan fosse duro, ed allora ho preferito sfruttare la mia altezza ed il mio allungo. Tuttavia ho riscontrato qualche difficoltà nell’impormi, al che ho deciso di spostare il match di livello. Ho preferito non correre rischi, lavorando a terra.
Chiaro e pragmatico Gustafsson nelle proprie dichiarazioni. Nonostante le recenti scottature legate alla coppia di match persi a cavallo tra la prima e la seconda metà del 2015, il talentuoso fighter svedese dimostra di non aver perso la verve che lo ha sempre contraddistinto, rendendolo un beniamino del pubblico – europeo e non – a seguito della feroce battaglia condotta contro Jon Jones (22-1) in occasione di UFC 165. Chissà che non sia arrivato anche per The Mauler il momento per spiccare definitivamente il volo, dopo aver perso ben due treni che non gli hanno consentito di arrivare alla tanto bramata cintura light-heawyweight UFC. L’occasione tanto agognata, come già noto, potrebbe anche arrivare qualora l’ex contendente al titolo dei massimi-leggeri riuscisse ad imporsi con grande impatto sul più giovane dei fratelli Nogueira, ormai in fase calante da un paio d’anni e prossimo ad un futuribile ritiro che chiuderà una gloriosa carriera nelle Mixed Martial Arts.