Dopo la nostra intervista a Frank Merenda riguardante il nuovo assetto di Venator FC conseguenziale alla separazione con Alex Dandi, quest’ultimo ha deciso di replicare a quelle dichiarazioni
Solo pochi giorni fa pubblicavamo la nostra intervista al presidente del Venator Fighting Championship Frank Merenda riguardante il nuovo staff e la ritrovata motivazione dietro le quinte dell’italiaca promotion che tanto ha fatto parlare di se la maggior parte delle testate mondiali di settore. Questo nuovo assetto è stato principalmente dettato dall’uscita di scena di Alessandro De Lauri, professionalmente conosciuto nell’ambiente come Alex Dandi, che a detta di Merenda era diventato caratterialmente poco gestibile e non più fruttuoso in termini economici e di conflitti di interessi interni alla compagnia.
Come sempre facciamo nelle nostre interviste lasciamo spazio al diritto di replica invitando l’altra parte a rispondere ad altre domande, di modo che i nostri lettori possano farsi in autonomia la propria idea avendo ascoltato entrambe le campane. Siamo entrati in contatto con Alex Dandi che alla fine ha deciso di replicare alle parole del suo ex presidente tramite una sorta di comunicato stampa dove descrive dettagliatamente cosa successe tra lui e Frank Merenda, rispondendo direttamente ad alcune tra le più pruriginose affermazioni del capo del Venator FC [Scheda], come il conflitto di interessi, i risvolti caratteriali e comunicativi tra loro e la mala gestione economica imputabile in parte ad alcune sue scelte.
Questo è quello che Alex Dandi ci ha voluto inoltrare:
In primis colgo l’occasione per ringraziarvi per questa opportunità di risposta che vi fa onore.
Premetto che non avrei mai voluto raccontare quello che sto per raccontare. Non è il mio stile raccontare pubblicamente i dietro le quinte professionali. Non l’ho mai fatto in 25 anni di carriera lavorativa passata a lavorare in diverse aziende di importanza nazionale ed internazionale nel mondo dello sport, della musica, dello spettacolo, della moda, della comunicazione, della radio, della carta stampata e della tv. Ho lavorato infatti come consulente, come ufficio stampa, come giornalista, come organizzatore di eventi per conto terzi, come digital manager per brand e dj internazionali (tra cui un vincitore di un Grammy Award), come producer e dj per label internazionali. Mai e poi mai ho raccontato un solo dietro le quinte professionale, anche quando i rapporti lavorativi sono finiti. E mai lo avrei fatto anche in questo frangente ma purtroppo sono costretto a raccontare la mia versione dei fatti, visto l’atteggiamento davvero poco professionale dell’imprenditore Frank Merenda che invece ha ritenuto opportuno rilasciare interviste a voi, ed a diverse altre testate di settore, che- a mio avviso- mi hanno messo in cattiva luce, sia come persona che come professionista, mistificando totalmente la realtà dei fatti sulla gestione Venator dei primi 3 anni di vita.
Premesso che non sono stato cacciato dal Venator ma me ne sono andato io vorrei quindi precisare, per la prima volta, i motivi per cui ho dovuto abbandonare, seppure con rammarico, Venator. Ho dovuto abbandonare perché sono stato praticamente indotto a farlo. E con il senno di poi penso che la cosa sia stata premeditata. Vi spiego il perché.
Frank nell’intervista mi chiama collaboratore. Ma se ero un collaboratore e- citando le stesse parole di Frank- ero “il manager de facto di Venator”, e quindi, sempre secondo Frank, ero responsabile di non aver creato un modello di business economicamente redditizio come mai non ero pagato? Che razza di imprenditore è un imprenditore che non paga il principale collaboratore della sua impresa pur pretendendo che diventi redditizia?
Se le cose stanno come le ha raccontate Frank il dubbio che viene è: se mi pagava poteva chiedermi conto del risultato economico, se non mi pagava perché ‘il business delle MMA in Italia è quello che è’, allora non poteva chiedermi conto di nulla, proprio perché sapeva già come stavano le cose.
Il mio sospetto è che Frank abbia omesso di raccontarvi che lavoravo gratuitamente per comodo, perché altrimenti avrebbe dovuto raccontare la verità che è un po’ più complessa di quella da lui descritta, ovvero quella di un collaboratore con un cattivo carattere che minacciava di andarsene fin dal primo evento per farsi pregare di restare.
Sono stato descritto come uno con un cattivo carattere con dovizia di particolari. Ebbene, rivendico di avere un cattivo carattere ed aggiungo anche che il fatto di avere un cattivo carattere è praticamente l’unica verità raccontata da Frank!
La realtà, che io avevo elegantemente omesso di raccontare nei miei laconici comunicati social e nell’unica intervista rilasciata, è stata bene diversa di quella fantasiosamente ed intelligentemente ricostruita da Frank nella vostra intervista e nelle altre due interviste rilasciate ad altre testate sull’argomento.
Ma attenzione: la verità non è nemmeno quella che lavoravo gratuitamente. Spiego meglio.
Quando nel 2014 fui contattato da Frank per aiutarlo ad avviare e costruire una promotion abbiamo intavolato una trattativa su come regolare la nostra collaborazione.
L’accordo stabilito prima di lanciare Venator fu chiaro. Richiedevo rimborsi spese per tutte le spese vive sostenute ed il 20% della proprietà perpetua e degli utili di Venator senza partecipare alle perdite perché il mio 20% lo mettevo in lavoro.
In realtà poi non ho mai presentato richiesta di alcun rimborso spese perché mi sono da subito affezionato al progetto ed ho iniziato ad avere un rapporto di estrema fiducia in Frank. Per curiosità in questi giorni ho fatto un piccolo conteggio di quanto economicamente ho lasciato sul campo in viaggi, telefono, email, pagamento di corrieri, pasti e varie ed eventuali e mi sono reso conto di aver lasciato sul campo circa 30.000€ in tre anni, solo di spese vive.Ovviamente però, pur non pretendendo rimborsi spese, confidavo nel 20% della proprietà e degli utili. Ora gli utili come tutti sanno non ci sono mai stati, ma la proprietà? Beh la proprietà è rimasta 100% in mano a Frank.
Come può essere successo?
Frank aveva verbalmente e per iscritto accettato l’accordo che vi ho detto, salvo poi evitare di firmare per ben tre anni il contratto richiesto. Fino a poco prima di Venator 3 ero stato pressante nel richiedere il contratto con Frank e con alcuni suoi collaboratori stretti, che facevano da tramite tra me e lui. Poi, costruitosi un rapporto amichevole con Frank, ho iniziato a fidarmi del suo “sono un uomo di parola e non ho mai fregato nessuno”. Ci ho creduto insomma fino ad oggi. Ora ovviamente non ci credo più e consiglio a chiunque di firmare contratti con Frank Merenda che è sicuramente una persona intelligente, abile e pure simpatica ma non esattamente di parola.
Alla mia richiesta in chat, poco prima di Venator Kingdom 2 [Scheda], di parlare di persona per chiarire alcuni punti fondamentali per il futuro, Frank mi ha garantito che avremmo parlato nel weekend dell’evento. Ovviamente ciò non è successo perché Frank pochi minuti dopo il weigh-in è letteralmente sparito.
Ecco un altro fatto omesso da Frank nella vostra intervista. Dopo Venator 3 io e Frank Merenda non abbiamo mai comunicato né telefonicamente né vocalmente, se non per pochi minuti ai weigh-in od agli eventi scambiandoci qualche battuta, ma non abbiamo mai più fatto una riunione. Ci siamo solo scambiati messaggi via chat.
Quindi, alla luce del fatto che per tre anni ho aspettato la firma di un contratto e che nell’ultimo anno ho aspettato un colloquio che non è mai arrivato, forse quello che ha avuto molta pazienza sono io, quello con il brutto carattere. Che poi magari qualcuno si chiede anche perché ad uno viene un brutto carattere eh…
Ma se fosse andata invece davvero come dice Frank?
Ovvero che ero un collaboratore con un pessimo carattere che creava solo delle perdite economiche allora vorrei capire che valore Merenda attribuiva al mio lavoro che invece di soldi ne faceva risparmiare un bel po’.
Ad esempio i contatti che ho messo in campo affinché Venator diventasse una produzione per una TV nazionale Merenda in quanto li quantifica? E il ritorno di immagine di avere a disposizione la voce ufficiale UFC per la propria promotion? E la mia competenza nel creare lo staff e le card degli eventi? Ed i mei contatti internazionali? E la lista potrebbe essere lunga fino ad arrivare al fatto che alcuni eventi li ho presentati io solo per alleggerire ulteriormente il peso del compenso di un presentatore ad esempio. “L’imprenditore” Merenda, se vuole parlare male di me, deve prima riconoscere questi valori altrimenti sta solo raccontando del mio brutto carattere, di cui credo freghi davvero poco ai vostri lettori.Che poi è normale che uno abbia un brutto carattere se gli viene promesso qualcosa che poi non succede no? È poi anche normale che minacci di andarsene dopo ogni evento se le cose non funzionano come avrebbero dovuto funzionare?
Inoltre Frank ha fatto notare di come io esternassi periodicamente sui social di volermene andare. Tutto vero. Ma lui stesso sottolinea anche come il mio atteggiamento sia molto diverso ed aziendalista quando parlo pubblicamente di FOX Sports e UFC. Come mai? Perché sono aziende enormi e serie che non mi hanno mai messo in imbarazzo con una gestione diciamo piuttosto naif, come invece avvenuto ripetutamente in Venator, e soprattutto sono aziende con cui lavoro con un regolare contratto.
Frank Merenda, sempre parlando delle perdite economiche si è anche dimenticato di dire che fino a Venator 3 compreso, quindi fino a maggio 2016, io non gestivo e non conoscevo i costi di Venator, tranne quelli delle borse e quelli della TV, che erano molto limitati perché coperti al 90% da FOX Sports. Tutti gli acquisti ed i rapporti con i fornitori (fighter esclusi) erano tenuti dallo staff interno di Venditore Vincente. Io quindi non ero proprio responsabile di nulla ed è lì che Venator ha perso oggettivamente tanti soldi. E sottolineo che le borse complessive, nelle prime due edizioni non erano nemmeno la prima voce di spesa.
Ironia della sorte: io sono sempre stato quello che chiedeva a viva voce di limitare le spese ed ora sono stato etichettato come spendaccione.
Dopo Venator 3, come tutti sanno, ci siamo fermati.
È stata una decisione unilaterale, presa da Frank, che io ho appreso da un post sul gruppo Venator. Sono rimasto molto stupito perché Frank mi aveva sempre parlato di un piano di sette, otto anni minimo. Anche se ad onor del vero a pochi giorni da Venator 3, viste le prevendite molto fiacche lo avevo sentito fare discorsi preoccupanti del tipo “oh noi ci abbiamo provato, se non va non va”.Dopo maggio 2016 siamo riemersi con VCE [Scheda] che era un evento partner che io ho co-organizzato con Emanuele Zecchini, dove Frank non ha messo nemmeno un centesimo e non ha partecipato in alcun modo all’organizzazione. Ha solo autorizzato un marchio a giochi fatti. Stessa cosa per Theater of War [Scheda] a Cesena. In quel periodo Venator è stato solo un brand concesso ad altri. Nulla di più. Di fatto la partecipazione di Frank è ripresa ad aprile 2017 con Venator Fight Night Rimini e da lì in avanti sono state solo co-produzioni con vari partner. Co-produzioni molto meno costose rispetto ai Venator precedenti.
Comunque anche per Venator Rimini non avevo la visione completa dei costi che era invece in mano a Silvia che è l’attuale responsabile Venator. Ed anche in quel caso le perdite furono cospicue.
Le perdite sono state di molto ridotte con Kingdom 1 [Scheda] e con Kingdom 2 siamo arrivati per la prima volta al pareggio.
E come è successo? È successo che io ho preso pieno possesso di tutti i costi, dal primo all’ultimo. Con la nuova promotion che sto per lanciare conto di generare utili proprio ottimizzando ulteriormente i costi, che non vuol dire tagliare le borse agli atleti, ma individuare i giusti fornitori ed ottimizzare la gestione del personale.Ecco quindi che di fatto nel 2017 Venator non è stato quel bagno di sangue economico raccontato da Frank.
Ci sono state perdite, è vero, ma sono state quelle normali di ogni evento di MMA in Italia, perché di sicuro chi opera in questo settore lo fa per passione, non certo per profitto. E questo pensavo che Frank lo sapesse bene, visto che si era presentato a me come un vero e proprio mecenate delle MMA italiane quando invece per tutto il corso della vostra intervista non ha fatto altro che parlare di profitti mancati per colpa del sottoscritto.
Ora ci sarebbe davvero tanto altro da confutare riguardo a numerose affermazioni di Frank.
Mi limito a dirvi che il rapporto televisivo di Venator con FOX Sports si è interrotto per volontà di Frank che aveva altre idee nonostante si fosse parlato di un rinnovo, sebbene in termini meno vantaggiosi rispetto al precedente contratto.
Aggiungo che è assolutamente falso che il futuro di UFC su FOX Sports sia incerto. C’è un contratto, come è noto, a livello mondiale, ancora in essere fino a gennaio 2019, e poi ci sono trattative in atto per il rinnovo. L’acquisizione da parte di Disney non è stata ancora approvata dall’antitrust americano, quindi potrebbe anche non accadere ed in ogni caso il brand FOX Sports è escluso dalla vendita. Insomma non credo che Frank sia a conoscenza di questi dettagli.
Inoltre, quando parla di miei conflitti di interessi nella gestione Venator, ricordo a tutti, che il conflitto di interessi in Italia è termine giuridico che sottolinea un illecito. Ad esempio quando un funzionario pubblico favorisce gli interessi di una sua azienda privata. Ecco quindi che non c’è conflitto di interessi propriamente detto nelle MMA o più in generale negli sport da ring a livello italiano ed europeo perché non esistono leggi che vietano di essere contemporaneamente manager di atleti e promoter/matchmaker di eventi. Cage Warriors e ACB sono due delle principali promotion europee ed entrambe sono in mano a proprietari che hanno sia promotion che management. Anche in Italia sappiamo bene che, sia nella kickboxing che nella boxe, avviene regolarmente da sempre anche ad altissimi livelli. Non c’è quindi alcun conflitto di interesse ma al limite può esistere una questione morale, ma mi è stato insegnato che non si fa il processo alle intenzioni. Ovviamente Frank ha omesso anche di dire che in Kingdom 1 ho messo due atleti del mio management uno contro l’altro senza problemi ed a Kingdom 2 su tre atleti del mio management ben due hanno perso. Mi pare quindi che i fatti abbiano evidenziato che so gestirmi la questione morale perfettamente, dando ai miei atleti match difficili e di non avere remore a farli incontrare tra di loro se lo vogliono.
Ovviamente si è omesso anche di dire che la trattativa con UFC Fight Pass fu completamente portata avanti dal sottoscritto sebbene purtroppo poi abbandonata dalla nuova proprietà.
Si è anche omesso di dire ad esempio che due persone su tre di quello che Frank ritiene ora il suo staff gliele ho presentate io, ovvero Jason Manly e Marco Bruschelli, od altri dettagli buffi che ha raccontato in altre interviste, ma mi fermo qui per sottopormi alle vostre domande, se ne avete, altrimenti vi ringrazio sentitamente per lo spazio concessomi.
Visto l’esauriente comunicato in risposta all’intervista di Merenda ci è sembrato superfluo fare delle ulteriori domande ad Alex Dandi, anche per non gettare altra benzina sul fuoco.
Rimarremo comunque attivi nel monitorare le loro rispettive attività che, ad ogni modo, contribuiscono e probabilmente continueranno a contribuire all’innalzamento delle MMA italiche in giro per il mondo, facendo il bene non solo degli atleti e dei team, ma di tutta la filiera economico-organizzativa che riguarda le arti marziali miste nel nostro paese.