Si va incontro a tanta fatica quando si intraprende la via dell’agonismo.
Consciamente si sceglie di sacrificare molto tempo, molti spazi, molte forze per una meta che solo per te atleta è razionale.
Per un obiettivo che spesso è solo utopia.
Eppure quando scegli di combattere, nel momento in cui decidi che il tuo allenamento non è finalizzato all’apparire fisico, ma ti porterà ad un confronto reale, con qualcuno fatto di carne e ossa, di pensiero e rabbia, di nostalgia e passione, come te; senti quel “qualcosa” in più, quel sentimento di benessere, quel brivido a cui non vedi l’ora di dar forma.
Di fronte allo specchio, dopo una scelta simile, non c’è il tuo volto di sempre. I tuoi occhi hanno ora una speranza in più, un desiderio di costante confronto con te stesso e con chi, forse da qualche parte del mondo, è li ad ascoltare le tue stesse emozioni pulsargli nelle vene.
Entri tutti i giorni o quasi, nella sala, di una palestra, che diventa il tuo involucro.
Sudi e ridi mentre fatica e concentrazione pervadono il tuo corpo. Hai in mente il tuo obiettivo, hai in testa il tuo valore, o il dubbio su quanto quest’ ultimo sia concreto.
In quella sala non sei solo. C’è tanta gente, che fa rumore saltando la corda, alzando pesi, facendo sparring, asciugandosi la fronte e bevendo acqua; ma tu non li senti e li guardi con distacco. Tutto intorno a te è ovattato quando ti alleni. A volte li invidi, quelli che ti circondano, perchè la loro mente è sgombera da quei pensieri che soventi tu hai, dal chiodo fisso del match che ti hanno comunicato esserci a breve. Dovrai partire, andare in un paese straniero a mostrare quel che sei diventato con le tue forze. Già, perchè forse, non hai avuto la fortuna di incontrare un team che assecondasse ogni tuo nervosismo, che rimproverasse i tuoi momenti di stress o che gioisse per la tua riuscita. Un allenatore è un padre e se la sua figura non è presente con costanza a rimetterci sei tu, che pur essendo convinto e carico di adrenalina, quando ti girerai verso l’angolo, affannato durante il combattimento, vedrai soltanto il tuo volto, riflesso nello specchio quella mattina prima di aver deciso che saresti diventato un fighter. La tua razionalità allora prende il sopravvento e ti fermi un istante a considerare ciò che hai a disposizione, che non sia solo la tua volontà e il tuo sacrificio.
Non basta sempre. Servono stimoli e consigli, sguardi e discussioni. Serve una guida spesso.
Valutando persone e fatti ti rendi conto di quanto la tua situazione sia diversa. Non ti senti come chi ha un grande nome alle spalle, uno sponsor sicuro, una reputazione a livello internazionale quasi imbarazzante. A questo punto a te la scelta di continuare o tirarti indietro.
All’esterno c’è chi però pensa lucidamente, come non riesci a far tu in questo momento, e magari ti direbbe che se sei arrivato fin li, se hai sacrificato tanto tempo, tanto dolore e tante forze, non ha senso buttarsi giù perchè è andata male. Le possibilità sono infinite e il modo di utilizzare le proprie
capacità, varia in base alle situazioni. I cambiamenti siamo noi a cercarli, la fortuna è vero che può metterci del suo, ma non sempre arriva..