In questi giorni abbiamo visto montare una polemica riguardante gli incontri di Arti Marziali Miste per bambini under 12 dalla testata giornalistica inglese Daily Mail. Nel giro di poco la notizia è stata ripresa in maniera più o meno sensazionalistica da vari media nostrani e, proprio in merito a questo, abbiamo voluto raggiungere una delle più attive palestre di MMA in Italia in quanto a formazione professionistica di atleti: l’Hung Mun Studio di Roma. Una delle prime strutture ad aver aperto corsi di MMA volti alla corretta formazione dei giovanissimi.
Abbiamo così voluto fare poche ma dirette domande ad uno dei due allenatori di MMA per bambini del team: Riccardo Carfagna.
Ciao Riccardo, spiegaci che ruolo ricopri all’interno Hung Mun, da quanto insegni MMA ai bambini e a che fasce di età è aperto il corso per questi giovani atleti.
Salve a tutti, sono Riccardo Carfagna, co-owner della palestra Hung Mun e co-fondatore del circuito professionistico Storm FC di Roma. Da circa tre anni insegno MMA sia agli adulti, che appunto ai più piccoli. Noi in particolare abbiamo un corso “Kids” che parte dai quattro anni ed un corso under 18 tenuto dal mio socio Fabio Ciolli.
Avrai notato il clamore che si sta facendo intorno al video e all’informazione lanciata dal Daily Mail per questi combattimenti nella gabbia per gli under 12: secondo te questo presunto scandalo ha delle basi reali di denuncia sociale o è solo sensazionalismo basato su uno sport facilmente attaccabile dalla massa?
Ho visto il video, ma sinceramente non do’ molto peso agli articoli di “denuncia” da parte dei grandi media, specie italiani, sia per scarsa fiducia da parte mia nei loro confronti, sia per mancanza di una corretta informazione riguardante il mondo delle Mixed Martial Arts in generale. Abbiamo avuto altri esempi di “mala-informazione” riguardo questo sport, quindi è difficile dare pieno credito a questi articoli.
Sicuramente l’argomento è delicato. Per quanto mi riguarda se si pone nella giusta maniera in termini di regolamento, con spirito amichevole e di esclusivo divertimento, le “gare” tra bambini possono solo che far bene, sia al movimento sportivo, sia al carattere dei più piccoli. Noi ad esempio stiamo applicando per gare interne un regolamento stile “hybrid wrestling” in cui non sono presi in considerazione i colpi al viso, sia per i dilettanti adulti alle prime armi, sia per i più piccoli (che vengono anche dotati di un corpetto protettivo, oltre che paratibie e guantini più imbottiti), che permette di focalizzare tutto l’agonismo quasi esclusivamente nella lotta e proteggere soprattutto la testa da concussioni.
Una delle critiche mosse dall’articolo originale è rivolta ai genitori di questi baby fighter, troppo competitivi e dittatoriali nel far competere i propri figli. Tu che sei a stretto contatto con i bambini, hai notato nel vostro corso questa forma di “dittatura” o pressione psicologica da parte dei genitori?
Sicuramente la pressione e la troppa ingerenza dei genitori nell’iter sportivo, sia competitivo che non, è un problema per la formazione soprattutto caratteriale dei ragazzi. Personalmente nel nostro corso i genitori, sia per “ignoranza” riguardo le MMA, sia per rispetto della nostra competenza, non entrano nel merito.
Un punto fondamentale è quello di mettere subito in chiaro che il compito di un istruttore è far divertire e insegnare nella maniera giusta e sportiva la disciplina da combattimento, ma non educare i ragazzi, compito che spetta ai genitori.
Per i più distanti da questo sport e dalle dinamiche di federazioni italiane, puoi dirci se in Italia esistono delle competizioni di MMA per bambini? Quali regolamenti e terreni di competizione (ring, tatami, gabbia) vengono utilizzati?
In Italia esistono le gare di Grappling della Federazione Italiana Grappling e MMA (FIGMMA), che hanno varie classi di età (Fanciulli: 7-8 anni; Ragazzi: 9-11 anni; Novizi: 12-13 anni; ecc.) e si svolgono sul tatami. Non abbiamo competizioni di MMA (adattate ai bambini) per i giovanissimi.
Pensi che un bambino possa rimanere traumatizzato o subire infortuni, nell’affrontare un allenamento o una competizione (con regolamento ad hoc) di MMA, rispetto ad una partita di calcio o un incontro di Judo?
Escludendo i colpi alla testa, che a mio parere sono prematuri per dei bambini, dal punto di vista “infortuni” penso ci sia lo stesso, se non minor rischio, che abbiano traumi di qualsiasi genere rispetto ad una qualsiasi partita di calcetto/calciotto, Rugby o una gara di sci.
Tecnicismi interni a parte, vedi così tante differenze per lo sviluppo fisico, sociale e psicomotorio di un bambino, tra il portarlo a fare Judo, Lotta Libera, Karate o MMA?
Non vedo sinceramente molte differenze, anzi nella lotta e nel confronto sano e sportivo si inizia da subito a sviluppare una sensibilità, umiltà, spirito di gruppo e sacrificio non comuni a tutti gli sport .
Come ultima domanda, vorrei chiederti di lasciarci il tuo pensiero sullo sviluppo delle MMA in Italia, chiedendoti se sia questo il momento storico giusto per puntare sulla formazione dei più piccoli e ritagliarci, almeno in questo settore, il nostro posto tra le varie realtà mondiali.
Nonostante siamo indietro come movimento rispetto ad altre realtà, per lo meno noi come palestra ed organizzazione eventi, stiamo cercando di alzare il livello, per far adeguare tutti ai massimi standard di professionalità. Sicuramente investire tempo e formazione sui più giovani è l’unico modo per poter credere in un futuro più roseo sia per le MMA, sia per lo sport, che per il nostro paese in generale.
Grazie Riccardo per averci messo a disposizione la tua esperienza su questo particolare e delicato argomento.
Grazie a voi ragazzi è stato un piacere.
Chiudiamo questa intervista ricordando a qualunque altra realtà italiana che volesse esprimere il proprio parere in merito, che le nostre porte sono aperte e saremmo quindi ben lieti di dare visibilità anche ad altre esperienze.