Le MMA nella loro seppur breve vita sono costellate da moltissime rivalità che hanno costruito il mito di questo moderno sport da combattimento, chi non si ricorda quella tra Tito Ortiz e Ken Shamrock che nel 2002 ha segnato il primo boom dell’UFC “moderna”? Oppure quella tra Fedor Emelianenko e Minotauro Nogueira che è stata il “piatto forte” della categoria heavyweight del PRIDE?
Parlando proprio di PRIDE, ai primordi della promotion nipponica troviamo la sfida (impari) tra Nobuhiko Takada, l’allora massimo esponente dello shoot-wrestling, e Rickson Gracie, alfiere, insieme al fratello Royce, della famiglia per antonomasia del Brazilian Jiu Jitsu.
La “battaglia” tra questi due mostri sacri si è svolta in due atti, il primo match è stato durante il main event della prima card del PRIDE, l’11 ottobre 1997 in un Tokyo Dome gremito, mentre il secondo, esattamente un anno dopo, in occasione del PRIDE 4.
In entrambi gli incontri lo shootfighter giapponese potè fare ben poco contro il talento brasiliano che lo sconfisse sempre per arm-bar durante la prima ripresa (4:47 minuti il primo match, 9:30 il secondo).
Lo strapotere dei brasiliani e della famiglia Gracie in particolare pareva impossibile da abbattere per i fighter nipponici arrivati dallo shoot-wrestling della UWFi, ma a riscattare l’onore del Sol Levante ci pensò uno dei più giovani membri del Takada Dojo, Kazushi Sakuraba.
L’ “IQ wrestler” a partire dal successo nell’UFC Japan del dicembre 1997 inanellò una serie di vittorie (e un solo pareggio) contro diversi fighters brasiliani (tra cui un giovane Vitor Belfort), ma soprattutto battè in sequenza, Royler Gracie (con una Kimura al secondo round durante il PRIDE 8), Royce Gracie (per abbandono dopo 90 minuti di incontro durante la fase finale del PRIDE GP 2000), Renzo Gracie (con una Kimura al secondo round durante il PRIDE 10) e infine Ryan Gracie (per decisione unanime al PRIDE 12).
Questa sequela di vittorie gli fecero guadagnare l’appellativo di “Gracie Hunter” confermandosi come uno dei migliori fighters al mondo.
Sembrava che il regno di Sakuraba sul ring del PRIDE fosse destinato a durare ancora a lungo, ma purtroppo per lui sulla sua strada arrivò un fighter brasiliano che non faceva del BJJ e del grappling la sua arma più forte, bensì usava le tecniche della Muay Thai: si trattava di Wanderlei Silva.
Silva prima di affrontare Sakuraba si era costruito un record invidiabile sul ring del PRIDE battendo fighters del calibro di Guy Mezger, Dan Henderson e il compagno di team di Kazushi, Daijiro Matsui. Il brasiliano combattè anche in UFC fallendo l’assalto al titolo dei massimi leggeri detenuto all’epoca da Tito Ortiz.
Durante il PRIDE 13, svoltosi il 25 marzo 2001 alla Saitama Super Arena, si affrontarono quindi due delle stelle della promotion nipponica per decretare chi fosse il vero dominatore, il “Gracie Hunter” o “The Axe Murderer”.
L’incontro fu molto rapido, dopo un iniziale frenetico scambio di colpi Sakuraba riuscì a far vacillare il brasiliano, il quale però si riprese subito e facendo valere la sua abilità nelle ginocchiate dal clinch fece andare al tappeto il giapponese per poi finirlo a suon di soccer kicks e ginocchiate a terra (colpi appena introdotti nel regolamento del PRIDE).
Questa batosta costituì la seconda sconfitta nelle MMA per Sakuraba, la prima nella categoria delle 205 libbre.
Inoltre la sconfitta “shockò” il pubblico giapponese che vedeva in lui il grande favorito visti i precedenti contro i fighter carioca. Il fighter nipponico dal canto suo riconobbe il valore dell’avversario consegnandogli la sua cintura personalizzata “SAKU” (al tempo nel PRIDE non vi erano ancora le cinture di categoria) e Silva disse subito che gli avrebbe dato la rivincita in qualsiasi momento.
Per il secondo match si dovette attendere solo 8 mesi, durante i quali Sakuraba sconfisse Quinton Jackson in un match altamente spettacolare (al PRIDE 15) “ritornando in pista”, mentre Silva “massacrò” Shungo Oyama al PRIDE 14.
Arriviamo quindi al PRIDE 17 del novembre 2001, evento durante il quale vengono assegnate per la prima volta le cinture dei pesi massimi, con la sfida tra Heath Herring e “Minotauro” Nogueira e quella dei pesi medi (massimi leggeri) che sarà appunto assegnata al vincitore della seconda sfida tra i due rivali.
Come è accaduto nel match contro Jackson, , Sakuraba fu in grado di portare la lotta a terra nelle prime fasi del match e da lì provare a passare la guardia di Silva.
Dopo alcuni minuti di lotta, durante i quali il giapponese cercò uno spiraglio per poter chiudere l’avversario in una presa, Sakuraba riuscì a chiudere Silva in una ghigliottina, ma il brasiliano lo sollevò e poi lo sbattè a terra con una slam causandogli la frattura della clavicola.
Gli uomini all’angolo del fighter nipponico accortisi dell’accaduto si affrettarono a lanciare la spugna dopo la fine del primo round per evitare che il loro atleta si facesse ancora più male.
Silva venne così incoronato primo campione dei pesi medi del PRIDE di fronte ad un Sakuraba fasciato ed in lacrime che però ringraziò calorosamente sia il pubblico sia l’avversario.
Sakuraba abbandonò per qualche tempo il ring, per dare tempo alla sua spalla di guarire e fece il suo ritorno 9 mesi dopo (nell’agosto 2002) in occasione della supercard organizzata da PRIDE e K-1 allo stadio nazionale di Tokyo contro il kickboxer croato Mirko “CroCop” Filipovic.
Durante il match con il croato Sakuraba si difese egregiamente e riuscì anche a portare a terra l’avversario, ma a causa di una frattura all’orbita oculare fu costretto ad abbandonare il match.
Dopo questo ennesimo infortunio la dirigenza del PRIDE acconsentì a farlo combattere contro fighter del suo stesso peso facendogli affrontare il campione di Jiu Jitsu francese Gilles Arsene (battuto da Sakuraba con un arm bar nel terzo round durante il PRIDE 23) e poi il pupillo di Rickson Gracie, Antonio Schembri (con il quale perse al PRIDE 25 per una ginocchiata dopo aver dominato tutto il primo round).
Nonostante questi alti e bassi Kazushi potè partecipare al secondo Grand Prix organizzato dal PRIDE, il PRIDE GP 2003, dedicato alla categoria dei pesi medi (205 lb) e subito al primo turno (il 10 agosto 2003) si trovò ad affrontare di nuovo il rivale di due anni prima: Wanderlei Silva.
Il match fu molto combattuto, ma dopo cinque minuti di fasi alterne, con Sakuraba in lieve vantaggio, Silva chiuse l’incontro per KO grazie ad una combinazione sinistro-destro, ponendo così fine alla leggendaria serie di scontri che per molto tempo hanno infiammato il pubblico giapponese e i vari fan delle MMA sparsi in tutto il mondo.