Sono passati quindici anni da quell’ UFC 13 in cui Tito “The Huntington Beach Bad Boy” Ortiz debuttava nell’ottagono più famoso del mondo. Sabato è stato il momento di dire addio alla compagnia che in lui ha trovato uno dei suoi maggiori protagonisti.
“Ho combattuto con l’anima e il cuore. Ho combattuto il mio match dando tutto me stesso. Ho vinto il “Fight of the Night” e non ho rimpianti” dice il californiano ai microfoni della conferenza stampa post evento. “Pensavo di aver vinto. Lo pensava Forrest Griffin ed i fans. Solo la giuria non l’ha vista così” continua con accenno vagamente polemico, ma comunque soddisfatto della propria prestazione.
“Non credo ritornerò sui miei passi. Ho dato quello che dovevo per questo sport. Ho iniziato che ero un ragazzino che veniva dal nulla ed ho fatto qualcosa per me e la mia famiglia che non mi sarei mai aspettato di fare”.
L’ex campione dei massimi-leggeri dà poi uno sguardo alla sua carriera in UFC..
“Ricordo che il primo ad intervistarmi fu Joe Rogan e gli dissi, nonostante fosse il mio primo incontro, che avrei lasciato il segno. Io ho aiutato la compagnia a costruirsi e lei ha aiutato me a crescere”.
Riguardo al futuro Tito ha le idee ben chiare..
“Avrò successo nella vita, come l’ho avuto qui grazie alle mie capacità. Metto sempre cuore e dedizione in quello che faccio. Sarà bello poter vivere la mia vita senza gli impegni da fighter. Non potete immaginare cosa significhi, a meno che non lo siate a vostra volta” dice rivolgendosi ai giornalisti. “Dobbiamo fronteggiare i nostri demoni e metterci in gioco ogni giorno, nei nostri training camp e nell’ottagono. Sarà fantastico per me poter vivere come voi una vita normale e poter dedicare del tempo alla mia famiglia”.
Ortiz ha poi ringraziato per concludere la dirigenza UFC.
Il presidente Dana White ha commemorato l’ Hall of Famer come un pilastro nella storia della compagnia, citando i suoi incontri più importanti tra cui quelli con Chuck Liddell e non escludendo la possibilità per lui di avere in futuro un ruolo all’interno dell’organizzazione.
Appende i guantini al chiodo a trentasette anni uno degli atleti più rappresentativi di questo sport, le cui gesta ed i record non potranno che essere ricordate per lungo tempo.
Grazie di tutto Tito.