Jose Aldo smentisce qualsivoglia ruggine pregressa maturata con Conor McGregor, chiarendo quanto tutta la diatriba mediatica nasca semplicemente per una questione di business
“It’s only business”.
Nonostante le continue frecciatine scagliate nel corso dei mesi precedenti, tra Jose Aldo Junior (26-2) e Conor McGregor (20-3) non vi è alcun rapporto che possa rasentare l’odio al di fuori dell’ottagono. A darne conferma è stato lo stesso fighter brasiliano, il quale – mediante una intervista rilasciata a Revista Combate – ha chiarito quanto tutte le schermaglie createsi con l’irlandese siano essenzialmente frutto di uno studiato lavoro di promozione dei match da parte di quest’ultimo. Filosofia che, dal canto proprio, lo stesso Aldo ha deciso di abbracciare nel rapportarsi con Notorius, conscio del fatto che un forte impatto mediatico nella vicenda, attraverso mezzi quali il trash talking, avrebbe portato senza dubbio a vendite (e di conseguenza ricavi) maggiori in termini di PPV a seguito dell’hype creatosi sui binari di quella che è stata e continua ad essere una delle rivalità più forti di tutta la UFC.
Con Conor McGregor c’è un rapporto amichevole. Il suo continuo tentare di promuoversi, mettendosi al centro dell’attenzione, non mi crea alcun problema. Vi dirò di più, secondo il mio punto di vista la divisione pesi piuma avrebbe bisogno di più fighters come lui: basti gettare un occhio ai suoi guadagni per capire quanto la sua strategia effettivamente paghi. Sia chiaro, non siamo mica amici però, ognuno va per la propria strada. Sostanzialmente credo si tratti di un tipo a posto, affabile, capace di trasformarsi ogni qual volta una camera o un gruppo qualunque di irlandesi gli si presenti davanti: in quelle situazioni è capace di portarti al punto di pensare: ‘Che razza di figlio di put**na’. Ricordo che un giorno, trovandoci nello stesso posto, mi disse che si stava allontanando un attimo per prendere un caffè. Al che io gli chiesi di portarmene uno zuccherato, e lui rispose con una frase del tipo: ‘ottimo’. La maggior parte delle volte che ci siamo trovati di fronte, ci siamo comunque rapportati con delle telecamere pronte a riprenderci, per cui Conor ha sempre mantenuto il suo classico atteggiamento. Posso assicuravi però, che fuori dalle inquadrature, l’irlandese è una persona completamente diversa.
Sfatato dunque il tabù legato al rapporto conflittuale creatosi tra i due featherweight, le cui diatribe hanno visto la luce solo ed esclusivamente per marketing. Non che vi fosse bisogno della confessione dello stesso Jose Aldo per giungere a tale conclusione, ma queste parole lasciano senza dubbio un importante spunto di riflessione: lo sport professionistico e lo show-business non sono altro che due facce della stessa medaglia. Nonostante questa possa essere una realtà a tratti difficile da accettare per molti puristi del settore, ove vi è seguito di pubblico vi sono ricavi, ed una promotion quale UFC, per quanto da sempre attenta a curare il lato sportivo, non può esimersi dal coltivare frutti capaci di portare introiti sia dentro che fuori dall’ottagono.