MMA Mania.it è riuscita a mettersi in contatto con Micol Di Segni e il suo coach Fabio Ciolli dopo la vittoria dell’atleta nostrana all’evento EFC 44
Micol Di Segni, atleta del team Hung Mun di Roma, ha esordito da poco nel livello professionistico delle arti marziali miste. L’esordio è stato un successo e ha visto la Di Segni imporsi sull’avversaria Danella Eliasov nella cornice della Extreme Fighting Championship, che ha sede in Sud Africa.
Lo staff di MMA Mania.it ha approfittato della disponibilità e cordialità dell’atleta romana e del suo coach per rivolgere loro qualche domanda.
Ciao Micol, complimenti di nuovo, primo incontro da professionista e prima vittoria! Come ti sei preparata per questo incontro così importante?
Appena ricevuta l’offerta dell’EFC il mio coach Fabio Ciolli ha organizzato un camp con le migliori specialiste italiane delle discipline che compongono le MMA. La mia sparring partner principale è stata Maria Vittoria Colonna, vice Campionessa del Mondo IMMAF e kickboxer di altissimo livello. Per il grappling ho ricevuto il supporto della cintura nera Serena Gabrielli, Campionessa Europea e Mondiale IBJJF, mentre per il wrestling è venuta a trovarci Irene Iorio dal gruppo sportivo dei Vigili del Fuoco.
A prescindere dall’ottimo risultato, come commenti la tua prestazione?
È stato un camp intensissimo, il lavoro fatto è stato necessario per centrare l’obiettivo. Sono soddisfatta del risultato ottenuto, ho avuto modo di seguire le indicazioni ricevute dall’angolo ed il game plan ha funzionato a dovere. Ho comunque molti aspetti tecnici sui quali voglio lavorare per diventare un’atleta sempre più completa.
Come ti sei trovata a lottare per un’organizzazione così importante come la EFC sapendo che il tuo incontro è stato guardato in diretta da tutto il mondo?
Mentre salivo nell’esagono dell’EFC cercavo di mantenere il focus sulla mia avversaria e non lasciarmi distrarre dalla tifoseria che sosteneva l’atleta di casa. Pensavo ai miei compagni di team, tutti riuniti in palestra a seguire il mio match e a fare il tifo per me, li sentivo vicini, sono stati loro la mia forza.
Approfitto della tua gentilezza ancora per paio di domande: hai già individuato una data in cui tornare nella gabbia della EFC? Se sì, quando? Hai già, magari, anche in mente il nome di un’avversaria che ti piacerebbe affrontare?
Ancora non sono stati definiti i dettagli del prossimo match, è stata un’esperienza positiva che ovviamente non vedo l’ora di ripetere. Ci sono molte atlete valide in EFC, confido nelle abilità del matchmaker Graeme Cartmell che ha ampiamente dimostrato la sua competenza in questo settore organizzando card di livello sempre crescente.
Questo il commento tecnico dell’incontro che abbiamo richiesto a Fabio Ciolli.
Prima di tutto, congratulazioni perché ultimamente il team Hung Mun è sulla bocca di tutti per via delle vittorie dei suoi atleti. Parlando nello specifico dell’incontro in Sud Africa: qual era il gameplan sul quale vi eravate preparati in vista dell’incontro?
Sapevamo che la Eliasov era una specialista nel ground game, molto pericolosa schiena a terra. Si aspettava un takedown di Micol, ho deciso di stravolgere i piani e abbiamo impostato il match con molta pressione a parete della gabbia e assoluta difesa delle chiamate in guardia dell’avversaria. Il match doveva rimanere in piedi o a parete e tutte le volte che Danella sarebbe dovuta andare a terra, la avremmo trascinata lontana dalla sua zona di confort e sempre dopo uno scambio. Micol poi è una macchina da cardio ed è riuscita ad imporre il suo ritmo, è stata perfetta. Molto lucida, fantastica!
Noi non abbiamo potuto vederlo, ci può raccontare brevemente come si è svolto il combattimento?
Semplicemente come avevamo previsto, la Eliasov in affanno per i colpi avrebbe provato a trascinarla a terra dopo un body lock chiamando la guardia per finalizzare o provare uno sweep, Micol sarebbe andata a terra solo in posizione dominante. Danella è riuscita ad impostare la guardia solo in due occasioni, entrambe a fine round, in una è stata anche punita da alcuni gomiti pregevoli di Micol. Pressione e posizione hanno annullato il suo Jiu Jitsu, in piedi e a terra il ritmo di Miky è stato insostenibile per la beniamina di casa che rimane comunque un’ottima atleta, Micol l’altra sera però era incontenibile.
Come commenti il livello dell’organizzazione e della serata a cui hai preso parte in Sud Africa?
Semplicemente il più alto a cui abbia mai partecipato. Un clone dell’UFC. Molti interessantissimi spunti di riflessione. Una macchina organizzativa simile alle serate a cui ho assistito dal vivo a Las Vegas (Invicta FC e UFC). Moltissimo personale, attenzione maniacale alle esigenze degli atleti, trasporto degli spettatori e assoluta competenza dei media. In Sud Africa le MMA sono una cosa estremamente seria! Venivamo avvicinati dalla gente anche dentro i caffè dei centri commerciali e venivamo sempre trattati da professionisti. Sicuramente un modello a cui ispirarsi, in Italia ancora nulla che si possa lontanamente avvicinare a questi standard.
Spesso si è esterofili e alla ossessiva ricerca degli atleti stranieri in una maniera un po’ provinciale e che non prende in considerazione invece il vero valore aggiunto delle promotion estere: la competenza nell’organizzare, nel promuovere e nel matchmaking.
È inutile essere “cacciatori” di stranieri se poi non si crea la cultura negli spettatori e non si sviluppa quel movimento che poi ci potrà rappresentare in Italia e all’estero!
Facciamo crescere i nostri, educhiamo gli spettatori e acquisiamone di nuovi, guadagnamo rispetto a suon di vittorie!
Ringraziamo nuovamente Micol Di Segni e il suo coach Fabio Ciolli per la disponibilità e auguriamo loro il meglio nelle rispettive carriere, aspettandoci di ritrovarli quanto prima sulle nostre pagine