Sabato 24 marzo 2012 si terrà un nuovo evento Oktagon e questa volta con grandi e gradite novità per tutti gli appassionati italiani delle MMA. La serata ospiterà infatti ben due incontri di Arti Marziali Miste ed uno dei protagonisti di questi due match sarà il nostro Michele Verginelli.
MMA Mania.it ha quindi deciso di raggiungere Michele e di fargli alcune domande in vista di questo importante appuntamento.
Ciao Michele. Anzitutto ben tornato sulle nostre pagine. Siamo orgogliosi di poter ospitarti di nuovo in occasione di un evento così importante come il ritorno, tuo e delle MMA, all’Oktagon 2012.
Salve a tutti voi e ciao a te Fabrizio! È sempre un piacere sentirvi!
Cosa ne pensi di questo rinnovato interesse di Oktagon per le Arti Marziali Miste? Credi che il pubblico della Kickboxing, conquistato negli anni da questa prestigiosa organizzazione, sia pronto per incontri di MMA?
Sono molto contento che l’Oktagon, e nello specifico il suo ideatore Carlo Di Blasi, abbia preso la decisione di introdursi nel mondo delle MMA. Carlo è una persona che ha una certa bravura a vedere e capire le tendenze che coinvolgono il pubblico che segue le Arti Marziali. Sicuramente questo evento sarà un enorme successo. Il pubblico è ormai abituato a seguire incontri di MMA su Sky ed altri canali televisivi e non arriva sicuramente impreparato davanti ad un incontro di Arti Marziali Miste. E’ ora che anche l’Italia sia partecipe e protagonista di questo magnifico sport.
Forse non tutti sanno che hai già combattuto nell’Oktagon in un match che al tempo veniva chiamato di “Free Fight”. Ti va di raccontarci com’è stato partecipare ad una competizione, al tempo, così “strana” per il panorama italiano?
Come tutti sanno, o almeno credo (sorride), mi sono sempre cimentato in molteplici discipline da combattimento, iniziando con il Full Contact per poi passare al Sanda, al Pugilato, alla Kickboxing ecc. Venni contattato da Di Blasi nel 1999 se non ricordo male, per partecipare per l’appunto a questo torneo di Free Fight. Ero molto incuriosito
e voglioso di competere, per cui decisi di accettare. Devo precisare che in quegli anni la lotta non era per me un’arma vincente. La praticavo così come tanti altri qui in Italia, ma fatta un po’ con leggerezza. Al tempo il mio forte era il combattimento in piedi ed il tanto cuore che ho sempre messo nei miei incontri.
L’Oktagon è stato uno degli eventi che ha permesso di farmi conoscere al grande publico e tornarci mi sembra doveroso. In quell’evento, ricordo a chi non lo sapesse, che il Free Fight a terra non aveva colpi, ma solo fasi lottatorie. Le regole erano di combattere in piedi con pugni, calci e ginocchiate, di poter utilizzare le proiezioni ma, una volta finiti al suolo, di poter lottare e cercare la finalizzazione solo per sottomissione.
Tornando al presente: dov’eri e chi ti ha dato la notizia di esser stato preso in considerazione per questo evento?
Mi trovavo a Roma a casa con mia figlia Michela e mi ha contattato Carlo Di Blasi in persona dicendomi: “Michele, cosa ne pensi se organizzo un evento di MMA?”. Avevamo avuto già modo di parlarne in precedenza e gli ho confermato anche in questa occasione che, secondo il mio parere, i tempi sono maturi per introdurre le MMA in grande stile in Italia. Così Carlo ha sondato la mia disponibilità per il 24 marzo, ma in quell’occasione ho declinato per via di un impegno allo SHC5 di Ginevra, evento nel quale devo difendere la cintura conquistata precedentemente.
Carlo, un po’ dispiaciuto dalla mia risposta, mi ha fatto presente che avrebbe avuto il piacere di avermi nel suo evento e che un mio ritorno dopo dodici anni avrebbe sicuramente fatto notizia. Mi ha fatto un in bocca al lupo per il prossimo incontro e ci siamo salutati.
Dopo la telefonata però ho iniziato a riflettere meglio su questa sua offerta. Parlo di questo ad un mio amico che mi consiglia di valutare bene i pro ed i contro di questa possibilità, poi ne parlo con mia figlia e anche lei mi convince ad accettare la proposta.
Il giorno stesso richiamo Carlo e gli dico che l’indomani l’avrei raggiunto a Milano per discutere della sua proposta e della mia richiesta. A Milano mi incontro con Carlo e di li a poco la stretta di mano e l’accordo che avrei partecipato ad Oktagon, disdicendo così l’evento di Ginevra.
Si parla di un potenziale UFC a Milano proprio nella struttura che ospiterà Oktagon e, alcune voci di corridoio, vogliono la presenza di diversi occhi puntati sul tuo match. Sai qualcosa in più o senti particolarmente la pressione di questo incontro?
Ne ho sentito parlare anche io. Dicono che proprio nel corso di quest’anno l’UFC potrebbe sbarcare a Milano. Non so nulla su eventuali osservatori presenti per il mio match. Farò sicuramente il mio come sempre senza pressione. Per me è un incontro come un altro.
Hai ancora come obiettivo una chiamata dall’UFC o da qualche altra grande organizzazione americana, oppure è una prospettiva che ormai non rientra piu nel tuo radar e stai pensando di dedicarti maggiormente all’insegnamento?
Beh non posso negare che sarebbe un bel traguardo, ma qui in Italia, e non lo dico per sminuire il mio paese ci mancherebbe, è difficile potersi allenare nella maniera corretta e, cosa ancor più importante, avere qualcuno che gestisca la carriera di un combattente professionista e che abbia i giusti contatti per proporti a queste grandi organizzazioni. Logicamente avere la possibilità di vivere nei paesi in cui questi eventi vengono organizzati è un grosso vantaggio per gli atleti dal punto di vista della visibilità.
Io continuo a combattere per raggiungere traguardi sempre più prestigiosi, poi chi vivrà vedrà.
Hai studiato il tuo avversario? Sai con precisione quali sono le caratteristiche del fighter che ti è stato messo contro?
A dire il vero, conosco ben poco di lui. Solo che è una marrone di Brazilian Jiu Jitsu ed un capoerista formidabile. Un avversario che merita sicuramente rispetto.
Sei conosciutissimo in tutta Italia come uno dei veterani e pionieri di questo sport, e molti, specialmente nel panorama romano, ti additano come il Francesco Totti delle MMA, sia per il caloroso e numeroso pubblico che ti segue, sia per le vittorie degne di un fuoriclasse. Come vivi questo paragone con il mondo del calcio?
Non può farmi altro che piacere un paragone del genere. Bisognerebbe però chiedere a Francesco cosa ne pensa (sorride). Non seguo molto il calcio, ma rispetto tutti gli sport che richiedono grande dedizione, passione e sacrificio. Sono felice che il publico abbia questo affetto nei miei confronti. Cerco di ricambiarlo sempre nei miei match provando a regalare forti emozioni.
Come dovrebbe passare, a tuo modo di vedere, una corretta informazione rivolta ai giovani su uno sport come le MMA?
Come hai scritto nella domanda che mi hai appena fatto (“sport”), le MMA devono essere presentate per quello che sono: un vero e proprio Sport. Non come lo si è visto per molti anni e cioè come una rissa da strada praticata solo da esaltati, avanzi di galera e gente che non ha nulla da perdere. Deve essere vista come una disciplina che aiuta a socializzare, acquistare sicurezza nei propri mezzi e che offre una possibilità di carriera a chi volesse intraprendere a tempo pieno questo Sport.
In tutti questi anni di agonismo ho avuto il piacere di conoscere centinaia di persone e ora amici consolidati. I giovani sono il futuro e dare loro un messaggio corretto è come fare un investimento a lungo termine.
Come spieghi a tua figlia il tuo mestiere di fighter?
Molto semplicemente. Le dico che questo per me è un lavoro che mi da’ da vivere e grandi soddisfazioni. Insomma è ciò che mi fa stare bene e quello che mi piace fare.
C’è da dire che mia figlia non ha mai visto un mio incontro dal vivo. Mi farebbe male vederla soffrire se dovessi trovarmi in seria difficoltà. E un aspetto che fa parte del mio modo di fare: non ho mai portato nessuno della mia famiglia a vedere i miei match.
In quale delle due circostanze ti sentiresti più in difficoltà con lei: se ti chiedesse di fare la velina o la fighter professionista?
(Ride) Bella domanda. Le ho sempre detto che nella vita deve fare ciò che veramente desidera, senza costrizioni e pressioni esterne. Da parte mia riceverà consigli ogni volta che ne avrà bisogno, ma sicuramente è lei la padrona di sé stessa.
Quindi Michela: tutto tranne velina e fighter! (Ride)
Non vogliamo rubarti altro tempo. Ti ringraziamo per la puntuale disponibilità e simpatia e, per scaramanzia, non ti facciamo nessun augurio, se non quello di tornare a parlare con te dopo il match.
Grazie a voi per l’appoggio che ogni volta mi date. Vi aspetto dopo l’incontro. Ciao!