Abbiamo raggiunto Giuseppe Granieri, responsabile del Team Aventador di Parete in provincia di Caserta, per una piacevole chiacchierata sulle MMA…
Giuseppe, raccontaci il tuo percorso marziale, l’incontro con le MMA e quando hai fondato il Team Aventador
Ho iniziato nel 1993 con il Wing Chun ed ho praticato questo stile sino al 2002, raggiungendo il 12esimo grado allievo. Spinto dalla ricerca di uno stile di combattimento totale iniziai insieme ad alcuni amici ad allenarmi nel Grappling e nella Boxe. Nel 2007 in un piccolo club di appassionati ho cominciato ad apprendere le basi delle MMA vere e proprie.
Nel Settembre 2010 mi iscrissi al corso di apprendista istruttore con Alessio Sakara. Feci quella scelta perché a mio avviso era l’unico in possesso dell’esperienza necessaria nelle Arti Marziali Miste. Inizio 2011 vede la luce il Team Aventador.
Spiegaci come è strutturato l’allenamento nel team e se ti avvali di collaboratori
Sono laureato in biotecnologie, quindi sono in grado di occuparmi di tutto ciò che riguarda la preparazione dei miei atleti. Alimentazione, preparazione fisica e tecnica le curo direttamente in prima persona.
Il programma di allenamento e la sua intensità variano in funzione della vicinanza o meno agli incontri che i ragazzi debbono sostenere. Generalmente i pro ed i semi-pro si allenano 6 giorni su 7. Al mattino c’è potenziamento in sala pesi, pomeriggio sparring controllato oppure studio delle tecniche di Grappling o di Boxe.
Talenti emergenti ed affermati del tuo team?
Oltre a Davide Caruso, che è il nostro atleta più rappresentativo, abbiamo ottime promesse come Nicola Diana, Francesco Amendolagine e Valerio Teano.
Se un ragazzo si presentasse da te e ti dicesse di voler diventare un lottatore di MMA?
Questo è precisamente quello che mi ha chiesto Davide Caruso a 15 anni, quando venne in palestra la prima volta. Fondamentale è possedere le qualità per affrontare un percorso di crescita nelle Arti Marziali Miste.
Fatto salvo questo, direi subito al ragazzo in questione che con me potrà apprendere le basi per questo sport, potrà arrivare a competere a livello nazionale ed anche a livello europeo, ma poi per fare il salto di qualità, ossia approdare in organizzazioni importanti, dovrà affrontare un percorso di preparazione all’estero, proprio come sta facendo Davide Caruso.
Purtroppo in Italia non ci sono strutture adeguate a preparare un atleta ad alti livelli. Per crescere si ha bisogno di sparring partner professionisti, di una gabbia regolamentare e di attrezzature di un certo tipo. In Italia, almeno per il momento, non è possibile trovare tutto ciò.
Riguardo le promotions italiane: i loro punti forti e punti deboli rispetto a quelle straniere
Il punto forte degli eventi in Italia è, secondo me, il livello competitivo pressoché identico. In Italia siamo ancora agli albori di questa disciplina, quindi è possibile confrontarsi tranquillamente nei vari eventi. Il livello è in crescita, ma siamo indietro rispetto ad organizzazioni straniere.
Un atleta italiano di alto livello, nei tornei fuori dal nostro paese incontrerà sicuramente difficoltà maggiori negli incontri.
La tua opinione riguardo il nascere di moltissime palestre di MMA
Purtroppo questa è una questione spinosa. Pure esigenze commerciali spingono insegnanti, che nulla hanno a che vedere con le MMA, ad improvvisarsi “tecnici”. È un problema in quanto l’approssimazione in questa disciplina potrebbe danneggiare dei ragazzi alle prime armi. Spesso poi questi “maestri” non partecipano ad eventi e non si confrontano con le realtà esterne alla loro palestra.
Vorresti ringraziare e salutare qualcuno prima di lasciarci?
Ringrazio Alessio Sakara per avermi trasmesso la giusta metodica per svolgere al meglio il mio lavoro. Ringrazio il titolare della palestra, nonché co-fondatore del Team Aventador, Alessandro Mariniello, che ci è stato sempre vicino ed è naturalmente il nostro primo tifoso. Un saluto poi a Fabrizio Forconi, a Marco Bianchi ed a tutta la redazione di MMA Mania.it