Perdere non piace a nessuno.
Dan Hardy non fa eccezione e la striscia di quattro sconfitte consecutive patita dall’inglese all’interno dell’ottagono sta mettendo a dura prova l’ex contendente al titolo dei pesi welter UFC.
“Non mi riconosco più. Inoltre continuo ad imbattermi nei pensieri di altri fighter che guardando il mio caso dicono: ‘Perchè è ancora in UFC?!?’ E questa situazione non mi piace per niente…”
Il nome di Hardy viene infatti spesso tirato in causa ogni qualvolta un atleta UFC viene licenziato dopo 2 o 3 sconfitte consecutive. Il fighter inglese, sebbene sia conscio del fatto che queste decisioni non dipendono da lui, si sente in qualche modo “responsabile”.
Questa già non facile situazione è resa ancora più pesante dai pensieri che certi tifosi esprimono quotidianamente tramite i diversi social network:
“Se twitto qualcosa non strettamente legato alle MMA, come ad esempio la descrizione di un film che ho appena visto al cinema o qualche riferimento ad una serata tra amici, ricevo costantemente risposte tipo ‘Non credi che invece di andare in giro a divertirti dovresti allenarti di più nel wrestling?’ o altri commenti di questo genere…è sempre così, il che mi sta facendo letteralmente impazzire“.
Ma questo è il prezzo della celebrità ed il caso di Hardy non è una sorpresa per nessuno.
Il match contro Georges St-Pierre nel 2010 lo ha difatti messo sotto i riflettori e tra tutte le sconfitte, quella contro il canadese è quella che pesa meno al britannico:
“Parlando onestamente, sono arrivato alla sfida con il solo pensiero di dare tutto me stesso. Non pensavo che avrei potuto dominare interamente l’incontro o cose del genere. Sapevo che con il pugno giusto avrei potuto metterlo KO ma allo stesso tempo sapevo che non avrei avuto molte possibilità di farcela. Conosco Gsp ed ero consapevole del fatto che non avrebbe corso eccessivi rischi nel corso del nostro match.”
In quell’occasione St-Pierre dominò l’inglese ma Hardy ne uscì ugualmente in maniera positiva, dimostrando di possedere un gran cuore e facendo vedere di meritarsi il posto assegnatogli a sorpresa in una sfida così importante. Le cose peggiorarono però nella sconfitta successiva contro Carlos Condit:
“Ero convinto di vincere. Non avevo dubbi a riguardo. Poi ho aperto gli occhi e ho visto il dottore in piedi davanti a me e ho pensato ‘Cazzo, mi ha preso!’ Non mi era mai capitata una cosa del genere ma appena ho ripreso conoscenza ho subito capito come erano andate le cose…”
Tuttavia due sconfitte consecutive non sono la fine del mondo per un fighter di MMA, specie se una di queste è arrivata contro un super campione come Gsp.
Il match contro Anthony “Rumble” Johnson rappresentava quindi la giusta chance di riscatto per Hardy:
“In quel match sapevo di essere con le spalle al muro, tre sconfitte consecutive in UFC spesso coincidono con il licenziamento. Ero entusiasta del mio avversario, perchè pensavo che io e ‘Rumble’ avremmo dato vita ad una bella scazzottata e nel caso in cui avessi perso, almeno lo avrei fatto combattendo nel modo in cui mi piace combattere. Prima dell’incontro io e Johnson ci siamo scambiati vari messaggi di sfida tramite i media e Twitter, annunciando un match senza tatticismi. Il giorno dell’incontro mi aspettavo una vera e propria guerra.”
Tuttavia Johnson, mettendo da parte i propositi della vigilia, decise di sfruttare il proprio wrestling nel corso dell’incontro, aggiudicandosi così una meritata vittoria ai punti:
“Mi ha fregato. E lo ha fatto in grande stile. Lui sapeva di essere un wrestler migliore di me e ha pensato che fosse più saggio portarmi a terra invece che correre il rischio di scambiare in piedi. Grazie a tutte le dichiarazioni pre match è stato per lui ancora più facile portare a terra un avversario che si era preparato per un match di Kickboxing con i guantini. E di questo non gliene faccio una colpa. Johnson aveva bisogno di una vittoria ed ha quindi scelto di combattere in maniera razionale, sfruttando i miei punti deboli. Sono stato io a sbagliare, non avrei mai dovuto ‘fidarmi’ di quanto detto dal mio avversario prima dell’incontro.”
A quel punto, il licenziamento appariva inevitabile per Hardy. Quando l’UFC scelse diversamente, l’inglese ebbe sensazioni agrodolci a riguardo:
“Da un lato mi sentivo come il capitano della nave che invece di affondare con la sua imbarcazione è tra i primi ad essere salvato. Dall’altra, appena mi proposero il match contro Chris Lytle, pensai ‘Non so bene perchè mi abbiano dato questa possibilità, tuttavia ora sarò protagonista di un main event contro un grande avversario e voglio ottenere il massimo da questa opportunità'”
Tra tutte le sconfitte, quella per Sottomissione contro Chris Lytle è stata quella più difficile da digerire per “The Outlaw”:
“Ho combattuto malissimo, faccio fatica a riguardarmi. Nel video vedo un uomo che mi assomiglia nell’ottagono ma non trovo nulla di mio nella performance di quella notte.”
Dopo la quarta sconfitta consecutiva, la dichiarazione di Lorenzo Fertitta colse tutti di sorpresa:
“Non licenzieremo Dan Hardy. Mi piacciono i fighters come lui che fanno la guerra all’interno dell’ottagono!”
La notizia sembra avere dato nuova linfa vitale alla carriera dell’inglese, il quale è ora pronto a dare il meglio di sé per ripagare la fiducia della dirigenza:
“Adesso è il mio turno, devo assolutamente cambiare le carte in tavola. Voglio ripagare la fiducia di Fertitta. Se non lo facessi lo deluderei ed infangherei la reputazione dell’Ultimate Fighting Championship. In UFC combattono solo i migliori ed io devo tornare a dimostrare di poter far parte di quel gruppo.”
Proprio per questo motivo, Dan Hardy ha deciso di prendersi del tempo prima di rientrare nell’ottagono: tempo per crescere come fighter e, forse, anche come persona. Tempo per fare un passo indietro e cercare di capire quello che gli è successo recentemente e cosa fare per sistemare le cose. Forse Hardy sarà pronto per la prossima primavera, maggio gli sembra un mese adatto per il suo ritorno. Ma anche questa data non è sicura, l’unica cosa certa è che l’inglese sa che non può andare avanti in questa maniera.
Qualcosa deve cambiare e, conscio di questo fatto, Dan Hardy proverà a fare tutto il possibile per tornare quell’atleta con il braccio alzato al termine dell’incontro.