Il ‘Corriere della Sera’ ha pubblicato un articolo sulla sconfitta di Ronda Rousey ad UFC 207: un commento a riguardo
“Sogno o son desto?”: questo è stato il dubbio cartesiano che mi è sorto, quando ho visto pubblicato sul ‘Corriere della Sera’, primo quotidiano d’Italia per diffusione e lettorato, un articolo su Ronda Rousey e la sua sconfitta ad UFC 207.
Da grande appassionato delle MMA, sono estasiato nel notare che i veri giornali stiano iniziando a notare lo sport che amo; ciononostante, quanto scritto da Elisabetta Rosaspina presenta delle imprecisioni alquanto grossolane che mi sembra giusto indicare, con la speranza di essere d’aiuto nella diffusione della conoscenza di questa disciplina.
Verso l’inizio del secondo paragrafo, UFC 207 viene indicato come il ‘207esimo evento del campionato’: la serata di combattimenti è stato il 207esimo Pay-per-View della UFC (l’organizzazione di promozione più grande al mondo), che solo lo scorso anno ha tenuto ben 41 eventi. Inoltre, non esiste alcun ‘campionato’: ogni incontro è fine a se stesso e non dà a nessun lottatore dei punti in caso di vittoria, in stile Serie A.
Nell’ultima frase del sopracitato paragrafo, poi, è presente un grosso errore a livello tecnico: nella MMA, al contrario del pugilato, non esiste il conteggio nel caso di KO. Infatti, il ruolo dell’arbitro è quello di proteggere il lottatore non in grado di difendersi in maniera intelligente oppure che si è arreso; quindi se esistesse il conteggio, tutta la parte di grappling verrebbe cancellata, andando sostanzialmente contro la natura dello sport, che vuole essere omnicomprensiva di tutte le arti marziali, tradizionali o moderne che siano.
Al contrario di quanto scritto, inoltre, la sensazione è che i fans non siano per nulla interessati ad un ritorno nell’Ottagono da parte di ‘Rowdy’, dopo un anno sabbatico passato lontano dalle luci dei riflettori ed un rifiuto costante di parlare con i media, che ha causato un progressivo allontanamento anche dai suoi veri tifosi.
Infine, nell’ultimo paragrafo, viene erroneamente scritto che AnnMaria De Mars, madre della Rousey, vorrebbe che sua figlia continuasse a combattere, nonostante un video in cui afferma l’esatto opposto, e che svegliasse Ronda, quando era bambina, per eseguire la ‘mossa della sottomissione’.
Per quanto questa affermazione sia vera, l’espressione ‘mossa della sottomissione’ è assolutamente inappropriata: il nome della tecnica è ‘Armbar’ e definendola in quel modo la fa sembrare più un passo di danza fatto in balera, piuttosto che una potente presa, alle basi del Jiu-Jitsu brasiliano.