Con l’emanazione del “Muslim Ban” da parte di Donald Trump anche alcuni atleti UFC potrebbero subirne le conseguenze
A seguito del “Muslim Ban” emesso di recente dal neo presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, sono fondati i dubbi sull’ingresso negli USA di determinati fighter. Il primo a cui pensiamo è proprio Gegard Mousasi.
Come sappiamo, e ormai ufficiale da tempo, Gegard Mousasi è pronto ad entrare nell’ottagono e incrociare i guantini con Chris Weidman a UFC 210. Il problema è uno solo, e non irrilevante: Mousasi non sa se gli sarà permesso.
Durante un’intervista a MMA DNA ha spiegato che in seguito all’ordine esecutivo decretato dal neo presidente Donald Trump, non è sicuro che gli venga permesso di entrare negli Stati Uniti d’America.
Il decreto, emanato per questioni di sicurezza nazionale, implica l’esclusione di individui provenienti da quei paesi in cui vi è una maggioranza musulmana. Le nazioni per cui è valido sono: Siria, Yemen, Sudan, Libia, Somalia, Iraq e Iran. Quest’ultimo è il paese di Mousasi. L’iraniano possiede però anche il passaporto olandese, grazie alla sua lunga permanenza nei Paesi Bassi, e conferma di avere un visto che gli possa permettere di entrare negli USA. Con le nuove regole però sono molti i dubbi in merito alla concreta possibilità di arrivare comunque negli States.
UFC ci sta lavorando. I miei avvocati e il mio team si stanno accertando di ottenere il visto. Devo solo aspettare. Dovrebbero cambiare alcune cose nelle prossime settimane, molti stanno protestando. Devo solo aspettare e vedere che succede.
Queste sono state le parole del fighter.
Durante lo scorso week-end molti sono stati coloro che hanno protestato negli aeroporti americani, decine di persone delle nazionalità sopra indicate sono state rimandate indietro. Sarebbe però illegale da parte delle autorità rimandare nei paesi in lista individui che già sono arrivati negli Stati Uniti, secondo uno dei giudici più importanti di New York.
Il decreto dice che se nasci in Iran sei una minaccia. Rovinerà i rapporti tra i paesi, credo che gli Stati Uniti stiano seguendo la strada sbagliata.
Lunedì il manager di Mousasi, Nima Safapour ha riferito che non può prevedere se ci saranno problemi per Mousasi. Le sue parole sono state…
Non sappiamo ancora nulla. Sta cambiando tutto molto in fretta, ma siamo ottimisti.
I rapporti fra il patron della UFC Dana White e Donald Trump sono ottimi. Nei primi anni del 2000 molti sono stati gli eventi UFC promossi nel casinò di Trump ad Atlantic City.
UFC ha fatto sapere pubblicamente e ufficialmente di essere a lavoro affinché i suoi atleti non abbiano problemi a lavorare negli Stati Uniti d’America.
Siamo consapevoli del decreto. Ci sono numerose variabili, inclusa un’ingiunzione giudiziaria. Stiamo monitorando la situazione e ci assicureremo che ai nostri combattenti e ai nostri impiegati sia permesso di andare ovunque debbano svolgere il proprio lavoro.