Come possono atleti emergenti farsi notare dalle principali organizzazioni italiane di MMA? Abbiamo trattato l’argomento dando la parola ad un atleta professionista che trova difficoltà a ritagliarsi il proprio spazio…
Nella comunità delle MMA nostrane si è discusso più volte, specie in tempi recenti, della reale popolarità e interesse da parte dei giovani nei confronti delle Arti Marziali Miste, e i pareri sono sempre stati contrastanti. Una corrente di pensiero vuole che le palestre che insegnano questa disciplina siano molte e sparse su tutto il territorio, il che denoterebbe una grande richiesta da parte di atleti più o meno navigati, anche provenienti da altri stili di combattimento, o anche da semplici appassionati completamente niubbi del mondo del combattimento sportivo, ma comunque attratti dalle mille sfaccettature di questa disciplina. Poi c’è chi sostiene che le palestre che formano atleti professionisti che mirano a vivere solo di questo, o prevalentemente di questo, sono davvero molto poche, e di conseguenza gli atleti disposti a sacrificare gran parte della loro vita in intensi allenamenti per dimostrare il proprio valore agonistico, tanto in Italia quanto all’estero, siano ancora meno.
Ovviamente non vogliamo, e non potremmo specialmente in questa sede, argomentare quali delle due correnti di pensiero possa essere maggiormente veritiera, ma da più parti d’Italia ci arrivano sempre maggiori richieste d’informazione su come farsi notare dai grandi circuiti italiani.
Molte organizzazioni pianificano selezioni per i propri galà di punta, altre sono disponibili via mail nell’accogliere le autocandidature degli atleti tramite un curriculum marziale verificato (come MMA Database.it), altre si informano all’interno del mondo del dilettantismo, diviso tra le molte federazioni italiane che disciplinano quel tipo di MMA ed infine altre ancora si affidano alle segnalazioni di vari team o allenatori dal passato sportivo importante per creare la propria fight card.
Ma se un atleta si considera un freelance, ovvero uno che, per svariati motivi, non ha un team di appartenenza o non riesce a legarsi ad un singolo allenatore di riferimento, come può farsi notare dai quei circuiti che organizzano incontri professionistici?
Noi abbiamo voluto riportare una dichiarazione di uno di questi atleti, Giuseppe Ruotolo (guarda la scheda dell’atleta), atleta estremamente voglioso di farsi notare, ma che non riesce a venire a capo di come farsi prendere sul serio dalle grandi organizzazioni professionistiche:
Ciao a tutti, sono Giuseppe Ruotolo, ho 31 anni e sono un fighter di MMA con 5 match pro all’attivo ed un record di 3 vittorie e 2 sconfitte. Vivo ad Asti, e lavorando tutto il giorno mi devo ritagliare delle ore per allenarmi, tra pausa pranzo e la sera dopo lavoro, per circa 4-5 volte a settimana. Non ho un team vero e proprio alle spalle, mi alleno con diversi atleti di Boxe, Kickboxing, Lotta e Grappling in diverse palestre. Non ho neanche chi si preoccupa per me di propormi per dei match e quindi mi ritrovo a fare sempre più fatica ad entrare in circuiti importanti italiani. Questo mi dispiace molto, perché credo che in Italia ragazzi che hanno voglia di emergere e mettersi in discussione ce ne sono, ma chi per motivi lavorativi chi per motivi logistici, non può permettersi di farsi notare e quindi essere seguito da un professionista della preparazione specifica che si possa occupare di organizzare match e far sì che il proprio atleta pensi solo all’allenamento.
Credo che in Italia ci siano molti ragazzi emergenti con ottime potenzialità, che si allenano con costanza e sacrificio, ma vengono oscurati perché non facenti parte di team importanti, ragazzi che chiedono solo un’opportunità di misurarsi al top. Il più delle volte questo non accade perché non avendo il “nome” non si entra nei piani di chi organizza e di chi punta allo spettacolo. Un atleta “fai da te”, senza un nome importante alle spalle è quasi tagliato fuori. In realtà credo che chi non ha la fortuna di essere in un vero team, dà ancora di più, perché sà che ci vuole il 200% per cercare di allenarsi con altri atleti più in vista.
Vorrei che in questo periodo di crescita delle MMA in Italia si prenda in considerazione tutto, e non solo il nome o le conoscenze. Personalmente sarei onorato di affrontare i top in Italia per dimostrare che anche se sono in una piccola città, e non sono in un team blasonato, grazie al duro allenamento, un pò di meritocrazia ed un pizzico di fortuna, posso farmi notare e dire la mia contro chiunque.
La domanda che ci poniamo ora è questa: esiste un “vivaio” italiano di atleti di Mixed Martial Arts dal quale attingere per le grandi organizzazioni nazionali? E se così fosse, possibile che in questo momento in Italia ci si trovi di fronte al classico paradosso dove si ricercano atleti con esperienza, ma nessuna organizzazione dà loro una reale opportunità di crearsela?
Lasciamo la domanda aperta a qualunque promozione voglia rispondere o semplicemente voglia prendere in considerazione le parole di Giuseppe Ruotolo, e di molti atleti come lui.