Nel Gennaio di quest’anno avveniva un elettrizzante, e quanto mai fuori logica meritocratica-sportiva, sfida tra due grandi nomi attira-pubblico dell’UFC: Anderson Silva e Nick Diaz. Subito dopo entrambi sono risultati positivi a dei test antidoping successivi al match, anche se per sostanze ben diverse. Con molti mesi di ritardo rispetto a quanto inizialmente dichiarato, la Commissione Atletica del Nevada si è riunita per ascoltare nello specifico le difese di Silva, prima di emettere il suo pesante verdetto.
Era l’UFC 183 del Gennaio 2015, ed il Main Event Anderson Silva vs Nick Diaz. Il match venne cercato a gran voce da quest’ultimo che, giocando su un suo momentaneo ritiro e potenziale ritorno solo se gli avessero dato questo incontro e grazie anche alla sua sfacciataggine da “bad-boy-attira-fan” in favore di questa richiesta, era riuscito a persuadere la dirigenza UFC a concedergli un chance contro l’ex campione (che non riconquistò il titolo nel rematch con Cris Weidman, ma si procurò quell’impressionante frattura di tibia e perone alla gamba sinistra), in quel momento totalmente priva di logica meritocratica all’interno della divisione dei pesi medi UFC (84 kG), soprattutto per quello che riguardava quella fase della carriera di Nick Diaz in. Il match finì con una “solita” vittoria di Anderson Silva per decisione unanime dopo 5 round di timido dominio dell’ex detentore incontrastato del titolo di categoria.
Subito dopo il match vi riportammo la notizia che voleva entrambi i fighter risultati positivi a delle sostanze vietate dalla Commissione Atletica del Navada (NSAC) e dall’Agenzia Mondiale Olimpica Anti Doping: Marijuana per il recidivo Diaz e diversi tipi di steroidi per Silva, fino ad allora uno degli ambasciatori del combattimento “pulito” da sostanze dopanti. Nel dettaglio si venne a sapere che le sostanze trovate nel campione di urine di Silva furono: il Drostanolone , l’Androsterone, il Benzodiazepine, l’Oxazepam e il Temazepam (cliccate su ognuno di essi per le specifiche). Il Benzodiazepine in realtà non è un farmaco vietato, ma Silva mancò di dichiarare la sua assunzione nel solito questionario auto certificato che richiede la NSAC prima degli incontri, prima di operare controlli a campione e recuperare queste autocertificazioni come contro prova. Su questo l’ex campione dei pesi medi UFC (84 kG) si difese dicendo che:
Non sono a conoscenza di come possa aver assunto quella specifica sostanza nei campioni esaminati durante la notte della cerimonia del peso.
Per la positività al Drostanolone il Camp di Silva testimoniò che :
E’ una sostanza che Silva stava assumendo per l’aumento delle sue prestazioni sessuali, era inconsapevole che essa contenesse lo steroide anabolizzante vietato.
Silva disse che la stimolante sessuale era una sostanza che ha ottenuto tramite un suo amico dalla Thailandia, tale Marcos Fernandes, che qualcuno gli presentò circa un anno fà. Non aveva alcun alibi invece per la positività all’Androsterone, se non quella di credere che lo abbia assunto, sempre inconsapevolmente, da un qualcosa ingerito che era già contaminato da quella sostanza.
Nel corso dell’udienza a Silva è stato chiesto diverse volte il perché non abbia rivelato l’uso dello stimolante sessuale nella dichiarazione anti doping pre-match. La sua risposta fu vaga in diverse occasioni, ma si ridusse alla dichiarazione che fosse una questione personale e che non credeva avrebbe dovuto rivelare. Ha anche aggiunto che ha assunto altre tipi di sostanze di quel ramo farmacologico senza continuità, spesso dicendo che non era sicuro di ricordare precisamente quali.
Il commissario NSAC Anthony Marnell che seguiva l’inchiesta riassunse il pensiero di tutta la commissione dicendo
Credo che non abbiamo tutti gli elementi della storia. Non dico sia tutta una bugia, ma non abbiamo il quadro completo. Non ho nulla da togliere alla carriera del signor Silva, ma questa è la prima volta che è stato sottoposto a questo tipo di test.
Difatti Silva stesso dichiarò che, sebbene fosse stato testato numerose volte nel corso della sua carriera, questa era la prima volta che veniva sottoposto a dei test al di fuori della stessa notte del combattimento. Tant’è vero che i test ai quali lo sottoposero ufficialmente furono 2, al di fuori di quelli della notte del 31 Gennaio: il 9 ed il 19 Gennaio. Il commissario Marnell disse anche che avrebbe potuto capire come un test può passare da positivo a negativo (tra il 9 ed il 19), e poi di nuovo positivo (il 31 gennaio) a seconda di quanto è stato utilizzato il potenziatore sessuale, ma probabilmente la tentazione di utilizzare il prodotto, unito agli altri, per tornare a pieno regime dopo quel tipo di infortunio era quantomeno plausibile e che quindi era decisamente a favore del massimo delle sanzioni.
Alla fine dell’udienza la Commissione Atletica del Nevada ha accettato, votando all’unanimità, la mozione esposta dal Commissario Pat Lundvall di dichiarare Silva colpevole, con la sospensione a 12 mesi in maniera retroattiva (quindi a partire dal Gennaio 2015), la sanzione pecuniaria di 380 mila dollari confiscati dai suoi bonus aggiuntivi nelle lotte UFC, la decurtazione del 30% della sua borsa di quella sera (quindi essendo stata di 800 mila dollari, il 30% di quella borsa si trasforma in un ulteriore multa da 240 mila dollari) ed il risultato cambiato da ‘Vittoria’ a ‘No Contest’ per questo suo ultimo match incriminato contro Nick Diaz.
Silva non è ancora stato oggetto di sanzioni più pesanti da parte della NSAC, che non entreranno comunque in vigore prima di Settembre 2015 .
Ma un altra stoccata è arrivata da parte dell’UFC, la quale politica standard è quella di escludere da potenziali accoppiamenti per eventi futuri qualsiasi fighter sospeso dalla Commissioni Atletica (o dall’UFC stessa) per l’uso di qualsiasi forma di steroidi [che è anche il motivo per cui Gilbert Melendez è stato sospeso per un anno dopo l’UFC 188 di Giugno 2015 per essere stato trovato positivo ai metaboliti del testosterone, a partire dalla data stessa dell’evento], escludendolo anche dai propri ranking interni. Quindi stessa sorte è toccata anche ad Anderson Silva, che sparisce dalla classifica pound for pound interna all’UFC dove al momento era classificato all’11° posto su 15, in favore della new entry Joanna Jedrzejczyk, campionessa dei pesi paglia femminili UFC (52 Kg). Mentre nei ranking interni UFC dei pesi medi (84 Kg), dove al momento era 6°, fa salire di una posizione tutti i fighter dalla 7 ª alla 13 ª posizione, facendo aggiungere come new entry all’ultima posizione Tim Boetsch.
Staremo a vedere ora come reagirà Anderson Silva a tutto questo, e se nella data prevista per il termine della sua sospensione, Gennaio 2016, avrà ancora le energie mentali, ma spratutto motivazionali, di competere ancora una volta nell’ottagono.
Per quanto giustamente condannabile, e condannata, questa procedura illecita e antisportiva evidenziata in quell’occasione, non si potranno comunque cancellare tutte le prodezze compiute da “The Spider” nell’arco del suo dominio nei pesi medi UFC (84 Kg), la sua straordinaria carriera dai tempi del Pride FC, iniziata nel 2002 e l’esempio e l’ispirazione che è stato per molti, fan e fighter stessi. Al momento il suo record si conclude con un portentoso record nelle MMA di 34-6-0-1 No Contest e 16-2-1 nella UFC, 3 Fight of the Night, 7 Knockout of the Night e 2 Submission of the Night.